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Artisti delle Collezione Farnesina. Carla Accardi. Smarrire i Fili delle Voce. Losing the Threads of Voice

Maretti Editore

Salonicco, Museo Macedone di Arte Contemporanea, 4 Settembre - 10 Novembre 2013.
Testo Italiano e Inglese.
Falciano, 2013; br., pp. 91, ill. col., tavv. col., cm 30x27.

Soggetto: Pittura e Disegno - Monografie

Periodo: 1960- Contemporaneo

Luoghi: Italia

Testo in: testi in  inglese, italiano  testi in  inglese, italiano  

Peso: 0.59 kg


Nell'ambito di un incisivo programma di promozione dei grandi artisti italiani all'estero, le cui opere sono presenti nella Collezione Farnesina, l'Area della Promozione Culturale del Ministero degli Affari Esteri, la Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture e l'Associazione per l'Arte Contemporanea ZERYNTHIA promuovono un'importante mostra itinerante di Carla Accardi, una delle figure fondamentali dell'arte italiana, nelle città di Torun, Budapest e Atene. La prima tappa della mostra, che vede la collaborazione dell'Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, sarà ospitata presso il Centro d'Arte Contemporanea di Torun,. L'esposizione comprende il nucleo della personale dal titolo Carla Accardi Smarrire i fili della voce già allestita presso la sede della Fondazione Menegaz con tele, in gran parte inedite, che spaziano dal 1999 al 2012, alcuni lavori storici come i sicofoil Rosa, Giallo, Segni Grigi, Rosanero, Verdenero eseguiti tra il 1969 e il 1972 e alcune opere tridimensionali come Ombrellini del 1999 e Onda del 2008/2009, oltre a due tele appartenenti alla collezione Farnesina.

Unica donna all'interno del gruppo Forma1 e una dei massimi esponenti dell'Astrattismo italiano, Carla Accardi (Trapani 1924) ha saputo rinnovare la sua ricerca pur rimanendo legata ad un suo inconfondibile stile. Nell'arco di sessant'anni il suo percorso creativo è stato caratterizzato da una libertà espressiva rigorosa e al tempo stesso gioiosa; ha esplorato sia la bidimensionalità della pittura che i volumi della scultura e dell'architettura, in un dialogo ininterrotto con la materia. Dal 1946 è a Roma dove si impone all'attenzione dei critici e nell'ambiente della cultura informale, con quadri dove prevalgono segni bianchi su fondi neri. Negli anni sessanta supera la superficie piana e inventa forme spaziali costituite da fogli di silicofoil sui quali traccia stesure di colori in trasparenza. Il rapporto con lo spazio si traduce negli anni settanta nella serie delle Tende, strutture abitabili e percorribili. Nel decennio successivo le stesure cromatiche ricoprono tele grezze mentre negli anni novanta prevale un segno fluido e avvolgente.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci