Antropologia del dolore
Meltemi Editore
Traduzione di Capovin R.
Roma, 2007; br., pp. 238, cm 12x19.
(Le Melusine. 69).
collana: Le Melusine
ISBN: 88-8353-552-9
- EAN13: 9788883535529
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Peso: 0.24 kg
Il dolore è un'esperienza forzata e violenta dei limiti della condizione umana. Paralizza l'attività del pensiero e l'esercizio della vita. Pesa sul gioco del desiderio, sul legame sociale. Altera il senso della durata e colonizza i fatti più importanti della giornata, trasformando la persona in uno spettatore che fa fatica a interessarsi all'essenziale. Il dolore isola, costringe l'individuo a una relazione privilegiata con la propria pena. È è una minaccia temibile per il senso d'identità: lacera la coscienza e schiaccia l'uomo su un senso dell'immediato privo di prospettiva, dandogli l'impressione che il suo corpo sia altro da sé. Ma il dolore può anche essere mezzo di espiazione o manifestazione di fede o strumento di affermazione identitaria o sociale. Ci sono poi usi del dolore che si alimentano della disparità delle forze tra gli individui: la punizione personale, la tortura, il supplizio. Il dolore inflitto è lo strumento privilegiato, archetipo stesso del potere sull'altro. Sebbene in queste pagine la pratica medica sia spesso chiamata in causa, lo sguardo dell'autore è diretto piuttosto sull'uomo sofferente. Il proposito di Le Breton è di approcciare il dolore su un piano antropologico, di chiedersi come influisca sulla condotta dell'uomo e sui suoi valori, sulla trama sociale e culturale in cui è immerso. Senza dimenticare che se l'uomo è una conseguenza delle sue condizioni sociali e culturali, è anche il creatore dei significati con cui vive.