I pirati. Un ritratto dei predoni del mare dall'antichità ai nostri giorni
Arnoldo Mondadori Editore
Traduzione di L. Vanni.
Segrate, 2021; ril., pp. 312, cm 16,5x24,5.
(Le Scie. Nuova Serie).
collana: Le Scie. Nuova Serie
ISBN: 88-04-71994-X
- EAN13: 9788804719946
Soggetto: Saggi Storici
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico,1000-1400 (XII-XIV) Medioevo,1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 1 kg
A partire dagli anni Ottanta, il susseguirsi di notizie sulle scorrerie piratesche ha riportato al centro della scena una minaccia che si riteneva ormai superata, rievocata dai racconti d'avventura più che dalla cronaca internazionale. Eppure, fra assalti feroci, equipaggi presi in ostaggio e sequestri di capitani di nave, si è scoperto che i pirati non hanno mai smesso di infestare i mari di tutto il mondo. In un excursus storico che affonda le sue radici nell'VIII secolo e arriva fino ai giorni nostri, Peter Lehr, docente ed esperto di crimine organizzato, si avvale di una vasta gamma di fonti primarie e bibliografiche per dipanare i numerosi fili rossi che hanno caratterizzato la storia plurisecolare dei predoni di mare, dai vichinghi del Nord Europa agli attuali pirati somali e nigeriani, attraverso i wokou lungo le coste della Cina, i dayak del Borneo, i bucanieri dei Caraibi, i corsari del Mediterraneo e le prime donne pirata. Anche se la carriera di predone è sempre stata inadatta ai timidi e ai moralmente incorrotti, la sete di guadagno e il richiamo dei soldi facili sono solo alcuni dei moventi che hanno indotto uomini di tutto il mondo a rischiare la propria vita in mare aperto. Le vaste distese d'acqua, infatti, hanno sempre rappresentato una possibile via di fuga dall'emarginazione sociale ed economica per le fasce più povere, nel tentativo di superare il malessere dovuto a miseria, disoccupazione e mancanza di prospettive per il futuro. Ecco perché da trent'anni il mar Arabico, il golfo di Guinea, lo stretto di Malacca e il mar Cinese meridionale sono di nuovo infestati dai pirati, largamente agevolati dalla liberalizzazione degli scambi, dall'aumento del traffico marittimo e dal ritiro delle flotte militari dopo la fine della guerra fredda. Non a caso, la pirateria ha sempre potuto proliferare grazie alla mancanza di controlli e vigilanza: ancora oggi, nonostante tutto, gli oceani sono un'area grigia priva di normative condivise, perché per i paesi sviluppati la fluidità dei trasporti marittimi è più vitale di qualsiasi regolamentazione sovranazionale. Offrendoci un'inedita prospettiva sulla storia marittima globale, "I pirati" mette in luce la continuità tra i tempi antichi e quelli moderni, ricordandoci come la minaccia rappresentata dalla pirateria sia sempre stata indissolubilmente legata alle disparità sociali e alle questioni politiche ed economiche di rilevanza internazionale che si consumano sulla terraferma, proprio sotto i nostri occhi.