Ipocrisia. Storia e critica del più socievole dei vizi
Napoli, 2021; br., pp. 344, cm 15x21.
(Studia Humaniora. 47).
collana: Studia Humaniora.
ISBN: 88-9314-290-2
- EAN13: 9788893142908
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno
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Peso: 1 kg
Inconfessata per definizione, l'ipocrisia è una delle categorie polemiche più usate e abusate, ancora oggi, per denunciare il "cinismo mascherato" di certi attori sociali, soprattutto quando rivestono cariche pubbliche. Ma l'ipocrisia è stata sempre e solo questo? Dovremmo davvero diffidarne sempre e contestare ogni sua manifestazione? Quali forme di ipocrisia possiamo distinguere? Quale rapporto esiste fra l'ipocrisia e la scarsa attitudine autocritica di chi è solito contestare le condotte di vita altrui? E soprattutto: quale rapporto esiste fra questo vizio comune, la politica democratica e la riproduzione istituzionale di diverse forme di oppressione e di dominio? Sono solo alcune delle domande che ispirano questo viaggio filosofico a ritroso nella storia di uno dei concetti più camaleontici della cultura occidentale. Le svolte semantiche che da Omero a Sloterdijk scandiscono questa storia sorprendente consentiranno di differenziare diverse accezioni del fenomeno: dall'ipocrisia psicologica di chi dissimula per proteggersi dall'aggressività altrui al narcisismo etico di chi tradisce le qualità professate, passando per l'opportunismo auto-indulgente e il moralismo ipocrita.