Il Codice Leicester. Con commentario
Leonardo Da Vinci
Antiche scritture Alis Grave Nil
Prestigiosa Copia Anastatica. Borsa in Cuoio Artigianale - Commentario Rilegato in Pelle - Custodia in Seta di San Leucio.
Esemplare in edizione limitata.
Padova, circa 2015; ril. in pelle in cofanetto, pp. 182, tavv. col., cm 19x25.
Testo in:
Peso: 1.06 kg
Il Codice Leicester (1505-1510) è uno dei quaderni di appunti composto da Leonardo Da Vinci nel quale l'autore ha trascritto le sue osservazioni ed i suoi studi, supportandoli con disegni. Il manoscritto è costituito da 18 carte doppie, cioè 36 fogli (dimensioni: cm 27 x 20) con recto e verso. Sono stati compilati riempiendo un foglio doppio dietro l'altro ed inserendolo ogni volta nei precedenti. E' esemplare per conoscere il metodo di compilazione usato da Leonardo: è infatti una raccolta di appunti non organizzati in modo sistematico e definitivo e reintegrati via via con osservazioni, nuove considerazioni ed esperimenti. Ci sono sottolineature, aggiunte, cancellature improvvise che evidenziano l'immediatezza della composizione ed un procedere per enunciati ed interrogativi.
Il tema principale è l'acqua con appunti e disegni di vortici e correnti, osservazioni di idrostatica, idrodinamica ed ingegneria idraulica, ma non mancano studi e riflessioni sull'illuminazione del sole, della terra e della luna. Insieme alle intuizioni più originali, come quella sul lumen cinereum della luna, dal codice emergono anche gli errori che Leonardo ereditò dalla tradizione: per esempio riteneva che le maree siano dovute al fatto che l'acqua viene "bevuta" dal fondo del mare. Il tutto è composto con scrittura speculare a quella comune, scrive infatti da destra verso sinistra; questo sembra sia dovuto ad una questione ottica istintiva, assai frequente nei bambini, che in Leonardo non viene corretta in giovane età, anche se molti hanno voluto intravedervi più affascinanti intenti di segretezza.
Il manoscritto fu rinvenuto a Roma nel 1690 dal pittore Giuseppe Grezzi in un vecchio baule. Grezzi tenne il manoscritto fino al 1717, quando un inglese Thomas Coke di Leicester lo comprò.
Il Codice rimase nella sua casa fino a quando un uomo d'affari americano, Armand Hammer, lo comprò nel 1980 nominandolo Hammer Code.
Nel 1994 Bill Gates, presidente della Microsoft, lo acquistò per 30 milioni di dollari, rinominandolo Leicester Code.
Da quando è stato acquistato da Gates il manoscritto è stato esposto nei musei di Venezia, Milano, Roma, Parigi, New York ed ora è a Seattle.
Dopo il suo giro, il Codice farà ritorno a Gates Museum, dove una cripta opportunamente progettata e climatizzata lo ospiterà. Qui il Codice nell'oscurità completa trascorrerà la maggior parte del suo tempo quando Gates desidererà vederlo lo farà solo per brevi periodi ed in condizioni di luce regolata.
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