Gli inquieti

Quando arriva per la prima volta a Hammars, la bambina protagonista del racconto ha solo un anno, e non sa ancora nulla del grande amore che l'ha portata lì. In realtà, tre sono gli amori che incontriamo tra le pagine di questo romanzo. Il primo è quello tra il padre e la madre della bimba; il secondo è l'amore dei genitori per la figlia; il terzo è l'amore del padre per la sua isola, Fårö, o più precisamente per Hammars, il luogo in cui ha costruito la sua casa. Passano gli anni, padre e figlia siedono insieme, tra loro c'è un registratore. Il loro progetto era quello di documentare l'invecchiare per scrivere insieme un libro sul tema. Ma ora che finalmente si sono decisi, la vecchiaia ha raggiunto il padre in un modo tale che i dialoghi si fanno imprevedibili e frammentari. Con l'intenzione di scrivere un romanzo, l'autrice mette allora il materiale biografico al servizio dell'invenzione, come hanno fatto i suoi genitori: «Ho guardato foto e letto lettere, li ho sentiti raccontare di quando erano insieme, ho sentito raccontare di loro, ma la verità è che non si può mai sapere molto degli altri, specie dei propri genitori, di certo non se i genitori si sono sempre ostinati a trasformare la propria vita in storie, che hanno poi raccontato con sovrana indifferenza verso ciò che era vero e ciò che non lo era».