Vado al Massimo. Cronache dall'Italia postmoderna
Maretti Editore
Falciano, 2020; br., pp. 128, ill. col., cm 24x28.
ISBN: 88-9397-022-8
- EAN13: 9788893970228
Soggetto: Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Collezioni,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.69 kg
L'immagine dell'orologio fermo sulle 10.25 del 2 agosto 1980 fu un colpo tremendo ai segnali di ripresa del Paese dopo il decennio di piombo e di sangue. Eppure chi si trovava a Bologna, poco meno di un anno prima, nel settembre 1979, aveva intuito nell'aria ancora calda la voglia di cambiare, di voltare pagina. Allo Stadio c'era il concerto di Patti Smith - la sera dopo avrebbe suonato a Firenze - tanto era il desiderio di musica che in due date partecipammo in centocinquantamila, me compreso che avevo compiuto diciotto anni e partii da Torino con il Morini tre e mezzo del mio amico Massimo. Di Patti Smith ascoltavo gli album, appuntavo i testi delle canzoni pieni di riferimenti alla beat generation e alla poesia in generale ma non sapevo niente del suo rapporto con Robert Mapplethorpe. Stiamo comunque parlando di un'artista di nicchia, una poetessa punk che passava al mainstream come buona parte del movimento così trasgressivo. Da quasi dieci anni nessuno era venuto dall'America o da Londra a suonare in Italia, insomma quei concerti acquisirono il significato di simbolica liberazione. A completare un weekend indimenticabile, a Monza la Ferrari vinse il mondiale F1 con Jody Scheckter - ma noi amavamo più Gilles Villeneuve, il ragazzo delle imprese impossibili. Nella strada verso casa ci ritrovammo a Milano, piazza Duomo gremita di bandiere rosse con il cavallino al posto della falce e del martello. [...]