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I rilievi neoattici della Campania. Produzione e circolazione degli ornamenta marmorei a soggetto mitologico

Libreria Editrice L'Erma di Bretschneider

Roma, 2017; br., pp. 424, 180 ill. b/n, cm 17x24.
(Studia Archaeologica. 219).

collana: Studia Archaeologica

ISBN: 88-913-1581-8 - EAN13: 9788891315816

Soggetto: Pittura,Saggi e Studi sull'antichità,Scultura

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.5 kg


Nell'ambito delle produzioni di epoca tardo-ellenistica si distingue un'importante scuola di scultori, definita convenzionalmente con il termine "neoattica". Questo termine, coniato da Heinrich Brunn nel 1853, intendeva sintetizzare l'espressione artistica di artigiani ateniesi, i cui prodotti, a partire dal II sec. a.C. fino al II sec. d.C., rievocavano i modelli elaborati dai più grandi artisti dell'epoca classica di V e IV secolo, nel periodo cioè del massimo splendore per la città di Atene. Importanti botteghe erano attive anche in Italia e sicuramente in Campania almeno a partire dalla prima età imperiale, come testimoniano gli importanti rinvenimenti dei calchi di Baia.
Il segno distintivo fondamentale dei prodotti a rilievo, presi qui in esame, è la libera interpretazione e combinazione degli elementi formali dell'epoca arcaica, ellenistica e classica con l'aggiunta di espressioni contemporanee in uno stile nuovo e vivace. Soprattutto nelle produzioni a rilievo è più chiaramente evidente come l'antica funzione cultuale e votiva si fonde con un gusto squisitamente esornativo, come testimonia la giustapposizione di simili modelli su candelabri, lastre, oscilla, crateri e puteali, fino poi ad arrivare alle produzione della toreutica e della ceramica aretina.
La comprensione di un fenomeno produttivo di così vasta portata è affrontato attraverso una precisa indagine che tiene conto di un'analisi del repertorio iconografico, del processo di diffusione e produzione del materiale, dei procedimenti tecnici e delle scelte della committenza. Attraverso questi elementi sono state tracciate le fila di un fenomeno artistico che fornisce, nell'individuazione di centri di produzione e botteghe, per un limitato ambito territoriale, lo spunto per riflessioni di carattere funzionale e sociale.
Il lavoro organizzato e sviluppato in questi termini si è proposto, quindi, di restituire un'organicità ai rilievi neoattici provenienti dalla Campania, spesso tra I sec. a.C. e I sec. d.C. scenario nel quale si concretizza una forte specificità, che denota una forma di sperimentalismo dei processi produttivi di questa classe di materiali.
Il testo si sviluppa attraverso una prima parte, incentrata su uno studio di tipo tradizionale legato all'inquadramento iconografico, cui segue una parte destinata alla contestualizzazione tematica e funzionale degli oggetti ed infine una parte relativa all'analisi degli orientamenti produttivi e stilistici e della circolazione e diffusione dei materiali campani.

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