Napoli tra il Barocco e i Lumi
LEG - Libreria Editrice Goriziana
Gorizia, 2017; br., pp. 296, ill., cm 20x20.
(Le Guide).
collana: Le Guide
ISBN: 88-6102-404-1
- EAN13: 9788861024045
Soggetto: Collezioni,Cultura del Viaggio,Saggi (Arte o Architettura),Saggi e Studi sull'antichità
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Luoghi: Campania,Napoli
Extra: Barocco & Rococò
Testo in:
Peso: 0.79 kg
"Napoli visse nel XVIII secolo la sua "ora più bella". A partire dal 1734, la città tornò a essere la capitale di un regno indipendente. Le trasformazioni urbanistiche che ebbero allora inizio indicavano questo rinnovamento, così come lo splendore della vita culturale e artistica. Si poté vedere un segno di questo ritorno alla bellezza e al prestigio d'un tempo nella scoperta delle rovine archeologiche di Ercolano, Pompei e Stabia. L'armonia classica trovò uno splendido riflesso nelle numerose costruzioni architettoniche realizzate da Vanvitelli, Fuga e altri grandi artisti, grazie ai quali il nuovo sovrano abbellì la capitale del suo regno e i suoi dintorni: i palazzi reali di Caserta, di Capodimonte, di Portici, l'Albergo dei poveri, il teatro San Carlo. Nelle stradine della Napoli greco-romana si incontrarono probabilmente in quegli anni Giambattista Vico, l'iniziatore critico della filosofia moderna in Italia, e il principe Raimondo di Sangro, depositario di una saggezza antica, di cui è testimonianza la sua cappella Sansevero. (...)Tuttavia, proprio alla fine del secolo, oscure nubi si addensarono su questo spettacolo e vi posero fine. II tentativo rivoluzionario del 1799 con l'instaurazione della "Repubblica napoletana" fu spezzato e la gioventù più brillante di Napoli salì sul patibolo. A partire da quel momento, Napoli si avviò verso il suo declino malinconico, completato, una sessantina d'anni dopo, dalla perdita definitiva del suo status di capitale. L'armonia non si realizzerà più sotto il Vesuvio: non ci sarà più accordo tra la magnificenza della natura e il corso della storia, di cui si trovano rappresentazioni nei numerosi guazzi o paesaggi del XVIII secolo, mettendo in scena, all'ombra protettrice del Vesuvio, in un azzurro chiaro e arioso, una città calma, solare; insomma, un inno all'accordo tra la natura e la cultura, il genio del luogo e lo spirito del mondo.»