Terre vulnerabili
Maggioni Federico
Edizioni Maurizio Corraini Arte Contemporanea
Traduzione di Fisher G.
Mantova, 2011; br., pp. 320, ill., cm 17x24.
(Opera).
collana: Opera
ISBN: 88-7570-300-0 - EAN13: 9788875703004
Soggetto: Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Scultura
Periodo: 1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 1.17 kg
Terre Vulnerabili è una mostra in evoluzione, germinativa e organica che è cresciuta nel tempo della sua vita espositiva, articolata in quattro diverse fasi, ciascuna contraddistinta da un diverso titolo. Un percorso che attraversa il tempo, lungo nove mesi. La premessa era che l'opera di ciascuno dei trenta artisti internazionali invitati non si cristallizzasse dopo l'inaugurazione di ogni fase, ma continuasse piuttosto a trasformarsi e a evolversi per la durata della mostra con aggiunte, correzioni, cambiamenti di forma o di luogo e dialoghi fra gli artisti stessi. Sullo sfondo, la visione di un progetto condiviso che ha voluto interrogare modalità espositive consolidate e indicare una direzione in un momento in cui tanto il nostro pianeta e i sistemi che lo governano, quanto le convenzioni dell'arte contemporanea hanno dato importanti segni di cedimento, rimettendosi in questione.
Questo volume è il diario del progetto Terre Vulnerabili, ospitato presso HangarBicocca di Milano dal 21 ottobre 2010 al 17 luglio 2011.
Oltre a un'analisi delle singole opere e degli artisti partecipanti, vi trovano spazio le riflessioni che hanno accompagnato la storia del progetto e il suo costruirsi come oggetto cangiante e mutevole, simile a un giardino, una città, una terra fragile, appunto, percorribile in ogni direzione.
Il racconto per immagini, affidato alle fotografie di Agostino Osio, scandisce lo scorrere del tempo, rivelando i cambiamenti intervenuti nelle installazioni durante i 9 mesi di gestazione del progetto.
Il volume è arricchito da un testo di Andrea Zanzotto - un ricordo personale che riflette sull'atto creativo come destinato inevitabilmente ad apportare una lesione a ciò che già esiste - e da una conversazione fra Chiara Bertola, Andrea Lissoni e Hans Ulrich Obrist, membro del Comitato Scientifico di HangarBicocca e figura di riferimento nel mondo dell'arte contemporanea, attorno al concetto della mostra che si auto-costruisce.
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