La radice del sole. Dieci parole per conoscere meglio il Giappone e noi stessi
Longanesi
Milano, 2019; br., pp. 221, cm 14x20,5.
(Nuovo Cammeo).
collana: Nuovo Cammeo
ISBN: 88-304-5251-3
- EAN13: 9788830452510
Luoghi: Extra Europa
Extra: Arte Orientale & Indiana
Testo in:
Peso: 1.06 kg
In un'epoca in cui si ha sempre più fretta di liquidare le domande che tengono viva l'intelligenza, l'auspicio è che percorrere alcuni sentieri in terra giapponese possa risvegliare il gusto della sorpresa e della scoperta; che possa animare la passione dell'imprevisto, dell'abbondanza e della pluralità dei sensi. Nella sua effettiva lontananza, ancora solo in parte ridotta dai moderni mezzi di comunicazione, il Giappone da sempre riveste agli occhi del lettore, spettatore o viaggiatore occidentale il ruolo di alterità fascinosa e irriducibile, spesso tradotta in un esotismo tanto amichevole quanto semplificatorio. Complici una lingua complessa, una storia per larga parte sconosciuta se non agli studiosi, e una creatività intellettuale tanto effervescente quanto a volte enigmatica, il Giappone finisce così col rappresentare, e oggi più che mai, una sorta di fuga spirituale in un elegante stereotipo. A questa comprensibile ma ingiusta banalizzazione intende rispondere questo libro, procedendo per coppie oppositive che danno conto certo non di tutti, ma di alcuni aspetti fondativi della mentalità e cultura giapponesi, specie laddove essi producono risultati, comportamenti, oggetti e relazioni radicalmente diversi dai nostri. Osservare perciò come la cultura giapponese affronta e risolve, nella vita quotidiana come nell'arte, la dialettica tra Tradizione/Modernità, Singolo/Società, Naturale/Artificiale, Diritto/Rovescio, Forma/Sostanza non ha dunque l'ambizione di spiegare in maniera definitiva quel composito universo che è il Giappone, ma semmai quella di mostrare che questo affascinante paese «non è un enigma che va risolto o un mistero che attende di essere dipanato. La conoscenza della sua Storia è importante, nella consapevolezza che questo nome esprime forse anche il nome di un desiderio: quello che vi siano ancora penombre, riserve di senso mai interamente traducibili, perché è in questi spazi d'incertezza che si dipana una vita non del tutto calcolabile».