John Henry Newman. Identità, alterità, persona
Edizioni Carocci
Roma, 2016; br., pp. 103, cm 22,5x16.
(Biblioteca di Testi e Studi. 1070).
collana: Biblioteca di Testi e Studi
ISBN: 88-430-8080-6
- EAN13: 9788843080809
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno
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Peso: 0.7 kg
In un contesto antropologico che Michel Foucault definisce come "il vuoto dell'uomo scomparso", l'idea di persona di John Henry Newman (1801-1890) è il candidato migliore per rispondere alla dissoluzione dell'io e all'individualismo contemporanei. In una serrata dialettica all'interno della coscienza, l'io rinuncia a porre se stesso come fondamento: riconoscendosi come persona, riconosce anche l'"altro" che gli sta di fronte e l'"Altro" che dimora dentro di sé. In questa "grammatica del riconoscimento", Newman si rivela naturale interlocutore - oltre che di Locke, Hume e Smith - della fenomenologia di Edmund Husserl ed Edith Stein, e della filosofia ermeneutica di Hans-Georg Gadamer e Paul Ricoeur. Il suo pensiero si radica in modo originalissimo nel medesimo humus, la riflessione empiristica sulla coscienza di sé e del mondo, e l'enfasi romantica sull'esperienza vissuta prima che sulla sua mediazione intellettuale. Nel contempo, le supera entrambe, rivelandosi capace di denunciare i limiti dell'invulnerabilità antropocentrica e di andare al di là della frammentazione dell'umano e della sua perdita di senso, effetto dell'incapacità delle antropologie moderne e postmoderne di dare espressione all'esigenza di unità e di integralità che l'uomo nutre verso se stesso.