Un laboratorio economico del fascismo. La «Scuola di Scienze corporative» dell'Università di Pisa (1928-1944)
Franco Angeli
A cura di Cini M.
Milano, 2023; br., pp. 302.
(Biblioteca storica degli economisti italiani. 379.7).
collana: Biblioteca storica degli economisti italiani
ISBN: 88-351-4528-7
- EAN13: 9788835145288
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0.45 kg
Il volume raccoglie i risultati di un progetto di ricerca finanziato dall'Università di Pisa che si è proposto di studiare, in una prospettiva interdisciplinare, l'articolazione della prima "Scuola di Scienze corporative" creata in Italia, la quale costituì il modello al quale si ispirarono le esperienze successivamente replicate in numerose università italiane. Fondata a Pisa nel 1928 - su iniziativa di Giuseppe Bottai, Giovanni Gentile e Armando Carlini - fu il primo tassello di un'istituzione dall'architettura più complessa che assunse una fisionomia compiuta nei primi anni Trenta con la fondazione del "Collegio nazionale di scienze corporative", l'avvio del corso di laurea in Scienze politico-corporative, la pubblicazione della rivista Archivio di Studi Corporativi e l'attivazione di un "Osservatorio economico". Finalizzata alla formazione di una classe dirigente che avrebbe dovuto operare nelle istituzioni politiche, economiche e corporative dell'Italia fascista, fin dalle origini rivolse particolare attenzione alle discipline di carattere economico teorico e applicato e di carattere giuridico impartite da un gruppo di docenti - G. Bottai, W. Cesarini Sforza, A. Volpicelli, F. Carli, U. Spirito, C. Arena, F.M. Pacces, G. Bruguier Pacini - non omogeneo sotto il profilo culturale e accademico, e la cui interpretazione del corporativismo fu tutt'altro che univoca. L'approccio interdisciplinare adottato dagli studiosi che hanno partecipato alla ricerca ha consentito di pervenire a una ricostruzione articolata della proposta scientifica e culturale della Scuola pisana - la quale, peraltro, costituì uno dei canali attraverso i quali il dibattito italiano si raccordò alla riflessione che si svolse in Europa tra le due guerre sui problemi e sulle contraddizioni delle moderne società industriali - così come dell'ambiente universitario nel quale si formarono due generazioni di studenti che, in numerosi casi, avrebbero assunto ruoli di rilievo nell'Italia fascista e in quella repubblicana. Contributi di: Fabrizio Amore Bianco, Massimo M. Augello, Fabrizio Bientinesi, Marco Cini, Marco P. Geri, Daniela Giaconi, Marco E.L. Guidi, Francesca Dal Degan, Simone Lazzini, Daniela Manetti, Alice Martini, Simone Misiani, Paolo Nello, Letizia Pagliai, Giovanni Pavanelli, Alberto Pench.