Il trentennio del vuoto
Milano, 2024; br., pp. 144.
(Scintille).
collana: Scintille
ISBN: 88-07-17429-4
- EAN13: 9788807174292
Periodo: 1960- Contemporaneo
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0 kg
Trent'anni fa, il 27 marzo 1994, le elezioni politiche consegnano la vittoria al partito di Silvio Berlusconi Forza Italia, nato appena due mesi prima. È l'inizio ufficiale della Seconda Repubblica. La celebrazione di Berlusconi al momento della sua scomparsa, nell'estate 2023, è stata un lavacro pubblico, una autoassoluzione collettiva. La fotografia di un paese che rifiuta di riconoscersi in se stesso ed è rimasto immobilizzato nell'eterno presente del Cavaliere. Doveva essere una rivoluzione. Sono stati trent'anni di vuoto. Un vuoto politico. Le riforme sono sempre annunciate e mai realizzate: il fisco, la giustizia, lo Stato sociale, le istituzioni. Un vuoto economico. Il trentennio della globalizzazione in Italia ha significato il crollo del ruolo della politica e lo smantellamento di un sistema industriale largamente fondato sulla mano pubblica. Un vuoto sociale. Sono diventati un deserto i territori, le fabbriche, le mediazioni sociali. Un vuoto culturale e intellettuale. Un vuoto elettorale. Da paese con il più alto numero di votanti a paese senza elettori, con il rifiuto del voto che aumenta di elezione in elezione. Un paese che ha perso il voto, un paese ex voto. Giorgia Meloni fa parte di una generazione interamente cresciuta durante la Seconda Repubblica e porta con sé il senso di esclusione storico del post-fascismo italiano. Una carica di rivincita e di riscossa, e anche di vittimismo, con cui Meloni punta a costruire il suo potere, con un doppio cambiamento: i rapporti di forza in Europa con il voto del 2024 e la riforma della Costituzione, con l'elezione diretta della Presidente. Di fronte a questa sfida l'opposizione fatica a costruire un progetto alternativo. Per la sinistra è stato un trentennio di subalternità, con leadership fragili e inconsistenti. Il Vuoto, la desertificazione, ha colpito soprattutto lei. Una sinistra immateriale e impersonale, nonostante tutte le personalità che si contendono la guida. La Terza repubblica non è ancora nata. E non la si ricostruirà con un'idea di Nazione affidata a ipotetici sovranisti e a salvatori della Patria. Ma con un'idea di democrazia, in apparenza più fragile, più mite, ma più tenace.