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Flesh for fantasy

Gli Ori

Prato, Cantieri Culturali Ex-Marcelli, 12 dicembre 2003 - 31 gennaio 2004.
Siena, Palazzo delle Papesse, 1 marzo - 31 marzo 2004.
Traduzione di P. Neri.
Testo Italiano e Inglese.
Pistoia, 2004; cartonato, pp. 128, 58 ill. col., cm 15x21.

ISBN: 88-7336-103-X - EAN13: 9788873361039

Soggetto: Collezioni,Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Scultura

Periodo: 1960- Contemporaneo

Luoghi: Nessun Luogo

Testo in: testi in  inglese, italiano  testi in  inglese, italiano  

Peso: 0.4 kg


Artisti presenti: A-1 53167, Makoto Aida. Daniel Blaufuks, Francko B, Kris Canavan, Gianni Castagnoli, Carlo Maria Causati, Sue Coe, Giampaolo Di Cocco, Cathy de Monchaux, Pablo Echaurren, Giovanni Fanello, Robert Gligorov, John Isaacs, Claudio Maccari, Masbedo, Adrian Paci, Giacomo Ricci, Manuel Vason, vedomazzei, Marisca Voskamp.

Flesh for Fantasy è il titolo del catalogo pubblicato da Gli Ori in occasione dell'omonima mostra, promossa dal Palazzo delle Papesse di Siena, in collaborazione con la Regione Toscana/TRA ART Rete Regionale per l'Arte Contemporanea", all'Officina Giovani - Cantieri Culturali Ex Macelli di Prato.
Il volume raccoglie i testi di Aldo Nove (un racconto horror fantasy dal titolo Ossidazioni del sangue nel mobilificio), di Marco Pierini e Lorenzo Fusi, oltre ad un apparato fotografico che documenta le opere in mostra, con "note sparse" di Lorenzo Fusi, l'elenco delle stesse opere e le biografie degli artisti ospitati nell'esposizione.
"E' qui, nelle celle frigorifere dei dismessi macelli di Prato - scrive Marco Pierini - dove ha poi trovato la compiuta realizzazione in percorso espositivo, che il progetto di Flesh for Fantasy ha avuto origine, traendo alimento, nel corso della propria gestazione, dal carattere del luogo, dalla sua persistente memoria di dolore, dal suo apparecchiarsi come un fatale e ben lubrificato ingranaggio di morte. Il luogo, dunque, ha dettato la selezione delle opere, suggerito il coinvolgimento di artisti, instaurato connessioni imposto un allestimento secco senza ricorso ad altro che già non si trovasse all'interno delle stanze del macello: ganci, uncini, tavoli, piastrelle. Alle suggestioni dello spazio - così prosegue - sembrava ben corrispondere la recente inclinazione di molti artisti a concentrarsi, come scrive Mario Perniola, sugli aspetti più violenti e più crudi della realtà, tanto da conferire all'incontro con l'opera d'arte, quasi lo status di un'esperienza perturbante nella quale repulsione e attrazione, paura e desiderio, dolore e piacere, rifiuto e complicità si mescolano e si confondono".
Nelle sue "note sparse" Lorenzo Fusi illustra e analizza le opere esposte: in You are Such a Tart! si sofferma sul lavoro di Sarah Lucas con cui l'artista "prosegue l'opera di sistematica demolizione dei simboli del machismo da tempo intrapresa", in L'animale postmoderno definisce l'opera di Mona Hatoum "imbevuta di grande classicità"; segue Ti mangerei Le Edible Girls di Makoto Aida, in cui affronta il linguaggio artistico di Aida,, alle prese con i "demoni della carne".

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