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Ermocrate siceliota, stratego, esule

Edizioni ETS

Pisa, 2022; br., pp. 312, cm 17x24.
(Diabaseis. 9).

collana: Diabaseis

ISBN: 88-467-6051-4 - EAN13: 9788846760517

Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico

Luoghi: Europa

Extra: Antica Grecia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1 kg


«Celebrato dagli storici moderni per il suo patriottismo e la sua aristocratica moderazione (Bernini 1917 e 1918; Bender 1938, 82-103; Westlake 1958a); accusato di aver perseguito con determinazione sin dalla sua comparsa sulla scena disegni di potere personale, "personaggio cui forse solo la morte impedì più discutibili imprese" (Grosso 1966, 126), a Ermocrate si può per certi versi applicare quanto Pierre Carlier (1994, X) riferiva di Demostene: "è approvato o criticato con lo stesso fervore partigiano con cui si tratta un uomo politico contemporaneo". Sganciato dal ruolo patinato di "vincitore degli Ateniesi", Ermocrate si presenta in effetti come un personaggio per molti versi complesso. Anima dell'opposizione siracusana alle mire ateniesi sulla Sicilia, egli ci appare capace per la propria patria e per sé stesso di visioni ardite e, nello stesso tempo, dotato della duttilità necessaria a quelle correzioni di rotta di volta in volta richieste dai mutamenti delle condizioni politiche. Naturalmente votato all'azione, che si tratti di difendere la patria o di provare ad assumerne il controllo, nella sua costante attitudine a spingere il proprio sguardo oltre il microcosmo delle poleis siceliote, egli si rivela un protagonista chiave in un'epoca di passaggio, vero e proprio precursore di più tardi protagonisti della storia dell'Occidente greco. Parlare di Ermocrate non è, dunque, semplice. Forse più che per altri protagonisti dell'antichità, sulla ricostruzione della sua personalità e della, sua visione politica ha inciso, e incide, la natura diseguale della documentazione disponibile. Alle pagine dedicategli da Tucidide, che lo qualificano come una delle figure centrali della storia della Sicilia, "l'unica vera personalità che emerga dai documenti storici" nell'ultimo trentennio del V sec. a.C. (Finley 1985 [1968], 81), non è infatti possibile affiancare, per la perdita delle loro opere, la ricostruzione delle stesse vicende operata dalla storiografia di matrice siceliota...» (Dalla Premessa)

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