Scuola di apprendisti
Traduzione di Puddu S.
Roma, 2022; br., pp. 224, cm 14,5x21,5.
(Igloo).
collana: Igloo
ISBN: 88-6594-874-4
- EAN13: 9788865948743
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 1 kg
Perché educare? E che cosa apprendere? Sapere è solo un meccanismo per sopravvivere e competere nella società, o è una pratica fondamentale di creazione e trasformazione di noi stessi? Che significato hanno oggi la scuola e l'istruzione? In questo suo nuovo saggio, pensato e scritto in tempo di pandemia, Marina Garcés affronta il tema dell'educazione, dei maestri e degli apprendisti, del futuro del pensiero pedagogico, analizzando uno dei problemi centrali del nostro tempo con la lente dell'analisi filosofica. E il risultato, ancora una volta, è illuminante. L'istruzione è il substrato della convivenza, il laboratorio in cui si sperimentano le forme di vita possibili. È per questo che il capitalismo cognitivo si è assunto il compito di assaltarne tutti gli ambiti: l'educazione formale e quella informale, le risorse, gli strumenti, le metodologie. Educare non è solo un grande affare, è un campo di battaglia in cui la società distribuisce, in modo disuguale, i propri futuri. Dicono i pedagogisti che bisogna cambiare tutto, perché il mondo è cambiato per sempre. Questa affermazione nasconde le domande che ci fanno più paura: a cosa serve sapere se non sappiamo come vivere? Perché apprendere se non possiamo immaginare come sarà il futuro? Non avere risposte ci fa provare vergogna, ed è sempre più facile sparare contro i maestri e gli educatori. Ma la domanda che una società che vuole guardarsi in faccia deve avere il coraggio di condividere è un'altra: come vogliamo essere educati? È un interrogativo che ci riguarda tutti. Perché tutti siamo apprendisti nel laboratorio in cui si sperimentano le forme di vita possibili. Educare non è applicare un programma. Educare è accogliere l'esistenza, elaborare la coscienza e contestare il futuro. Dentro e fuori dalle scuole, l'educazione deve essere l'invito ad assumersi il rischio di imparare insieme, contro le servitù del nostro tempo.