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Gli usi civici

Giuffrè Editore

Milano, 2013; br., pp. XIV-372, cm 17,5x24.
(Trattato di Diritto Civile e Commerciale).

collana: Trattato di Diritto Civile e Commerciale

ISBN: 88-14-18528-X - EAN13: 9788814185281

Luoghi: Italia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.7 kg


La ragione della seconda edizione del volume risiede nell'esigenza di dar conto dell'evoluzione che la materia ha avuto nei dieci anni passati rispetto alla precedente. Un decennio nel quale gli assetti fondiari collettivi sono stati singolarmente riscoperti a livello culturale, giuridico, economico ed amministrativo. A livello culturale grazie all'attribuzione del premio Nobel per l'economia ad Elinor Ostrom, per i suoi libri sulle risorse collettive, attribuzione che ha favorito un dibattito approfondito, in Italia e non solo, sui beni comuni, ed in particolare sulla disciplina delle acque pubbliche; a livello giuridico per il risalto sempre maggiore dato a questa materia nelle trattazioni sulla proprietà e per il rilievo che numerosi convegni di studio hanno evidenziato nella dottrina accademica giuridica che si è interessata dell'argomento, sempre guidata con profondissima cultura e tenace passione da Paolo Grossi; a livello economico, grazie all'attività di un gruppo di studiosi animato da Pietro Nervi, che ha minuziosamente elaborato una teoria economica dei beni collettivi, attenta sia alla loro sostenibilità finanziaria sia alla loro compatibilità ambientale; infine, a livello amministrativo, perché una nuova consapevolezza delle Regioni in materia di usi civici ha permesso di realizzare un gran numero di verifiche demaniali e di attività di riordino ad esse collegate, che hanno costretto Comuni e cittadini, sia gli uni sia gli altri spesso distratti, ad occuparsi del territorio di propria competenza e della sua storia. Rispetto alla prima edizione, si è deciso di mantenere un impianto che era stato sostanzialmente accolto con apprezzamento dagli studiosi della materia: è stata aggiornata la legislazione regionale e sono stati aggiunti i principali riferimenti ai lavori pubblicati in questi ultimi dieci anni, a dimostrazione di come la materia degli assetti fondiari collettivi sia ben lungi dal rappresentare un retaggio di economie e strutture sociali superate, bensì costituisca un banco di prova attuale ed utilissimo per elaborare e proporre alternative credibili sia allo stato sia al mercato.

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