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Oculus fallit. Il tempio greco e il mito delle 'correzioni ottiche'

Campisano Editore

Prefazione di Louis Godart.
Roma, 2021; br., pp. 280, 80 ill. b/n e col., cm 15,5x21,5.
(Saggi di storia dell’arte. 68).

collana: Saggi di Storia dell'Arte

ISBN: 88-85795-73-0 - EAN13: 9788885795730

Soggetto: Saggi (Arte o Architettura),Saggi e Studi sull'antichità,Storia dell'architettura

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico

Luoghi: Europa

Extra: Antica Grecia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0 kg


Tra i vari miti cui ha dato vita il De architectura di Vitruvio, c'è quello delle cosiddette "correzioni ottiche", cioè quelle anomalie costruttive che sarebbero state escogitate dai costruttori del tempio a fini estetici, per compensare le deformazioni prodotte dall'"occhio che sbaglia" (oculus fallit). Ma mentre gli altri miti (come quello delle proporzioni degli ordini architettonici e del presunto candore del tempio) si sono dissolti alla luce delle documentazioni archeologiche, paradossalmente il mito delle "correzioni ottiche" è andato perpetuandosi fino ai nostri giorni, tanto da divenire un caposaldo in molte teorie dell'estetica antica. L'autore del libro tenta, invece, di dimostrare che al di là di una improbabile finalità estetica, le "correzioni" non sono altro che il risultato di una raffinata tecnica esecutiva che ha prodotto assetti geometrico-costruttivi niente affatto anormali, ma del tutto inevitabili e forse, almeno in una prima fase, non previsti dagli stessi realizzatori (architetti e maestranze) del tempio.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci