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Degas. La famiglia Bellelli

Electa

Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, 2 ottobre 2005 - 22 gennaio 2006.
Con un racconto di Marisa Volpi.
Milano, 2005; br., pp. 64, ill., tavv. col., cm 21x26.
(Cataloghi di Mostre. Archeologia).

collana: Cataloghi di Mostre. Archeologia

ISBN: 88-370-4035-0 - EAN13: 9788837040352

Soggetto: Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Europa

Extra: Impressionismo/Espressionismo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.34 kg


Nell'ambito dei rapporti di scambio che la Galleria Nazionale d'Arte Moderna intrattiene con i grandi musei ed istituzioni internazionali, viene presentata l'opera più famosa del periodo giovanile di Edgar Degas (1834-1917), La famiglia Bellelli, 1858-1867, grande tela proveniente da Parigi, Museo d'Orsay, al quale la Galleria a sua volta ha inviato la celebre opera di Gustav Klimt, Le tre età della donna, 1905, in occasione della mostra Klimt, Schiele, Kokoschka, Moser, Vienne 1900.

La famiglia Bellelli compare per la quarta volta in Italia (le prime due a Venezia alla Biennale del 1926 e del 1936, la terza a Roma, a Villa Medici nel 1984), e ora, per la prima volta, nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Ci è sembrato opportuno collocare l'opera nel primo settore dell'Ottocento, nella sala dove figurano i dipinti della scuola toscana e macchiaiola, sia per questione di cronologia, sia per affinità tematiche, poiché il dipinto degassiano si collega ad un significativo momento di transizione tra accademismo e realismo e al dibattito dell'arte che si teneva a Firenze, al Caffè Michelangelo, come a Parigi al Café de la Nouvelle Athène, avendo come protagonista il critico Diego Martelli (1838-1896) che, come sappiamo, conobbe e stimò Degas; nei suoi Scritti d'Arte definì l'artista "uno dei grandi pittori della Francia moderna [...], venne in Toscana, si trovò nel suo centro, fra i suoi antenati artistici Masaccio, Botticelli, Gozzoli e Ghirlandaio [...]. Vide quei grandi maestri con l'occhio di un francese e ritornato poi in Francia modificò più che mai questo suo modo di tradurre il vero attraverso il sentimento degli antichi".

Il dipinto perciò ha trovato la sua giusta collocazione al posto d'onore tra alcuni ritratti di Giovanni Fattori, il Ritratto della prima moglie, 1865, e il Ritratto della Signora Biliotti, 1865 (già nella collezione Ojetti), il Ritratto di patrizio senese, 1867-70, che rappresentano sempre figure in interni, ben definiti dalla tappezzeria e altri oggetti domestici; come pure nel Ritratto di Signora, 1861, di Giuseppe Abbati, nel Ritratto di giovane uomo, 1867, di Gioacchino Toma, nel Ritratto di David Vonwiller, 1867, di Domenico Morelli, nel Ritratto della fidanzata, 1863, di Pietro Saltini, e l'Interno con figura, 1867, di Alessandro Cecioni, tutte opere riconducibili nell'arco temporale nel quale è stata concepita e realizzata La famiglia Bellelli.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci