La moneta rinnegata. L'Euro, la crisi e i suoi veri colpevoli
Luiss University Press
Traduzione di Merlini R.
Roma, 2017; br., pp. 330.
(Forward).
collana: Forward
ISBN: 88-6105-280-0
- EAN13: 9788861052802
Luoghi: Europa
Testo in:
Peso: 1.58 kg
Concepito come fiore all'occhiello del progetto di un'Europa unita, l'euro ha perso negli anni sempre più credibilità e fiducia, arrivando oggi a essere percepito come la palla al piede di un continente che sembra arrancare ogni giorno di più. Ma come è potuto accadere? "La moneta rinnegata" è l'appassionata, a tratti feroce, difesa dell'euro che, secondo l'autore, non è altro che il comodo capro espiatorio della profonda crisi continentale, le cui colpe sono invece da attribuire alle autorità dell'eurozona e dei paesi membri e al micidiale cocktail di errori di banchieri, politici e burocrati. Martin Sandbu mira a dimostrare che le politiche messe in campo contro la crisi nell'unione monetaria europea, spesso con effetti disastrosamente controproducenti, si sono sempre basate su una premessa che, seppur scorretta, non viene messa quasi mai in discussione, ossia che un'unione monetaria sia sostenibile solo se accompagnata da un'unione fiscale e governata da un'unione politica. Accettando tale premessa, i sostenitori dell'euro stanno perdendo la battaglia contro i loro rivali, facendo il loro gioco nel lasciare che l'identificazione della moneta con le politiche liberiste seguite in Europa durante la crisi diventi un fatto assodato. Il libro di Sandbu, implacabile nel denunciare gli errori che sono stati commessi e i fatti che sono stati distorti, è al tempo stesso un atto di accusa e di amore. Di accusa verso le politiche scellerate che non hanno fatto altro che rendere la crisi economica più gravosa per i cittadini europei; di amore verso il progetto di un'Europa unita, e di chi non ha perso la fiducia nella realizzazione dell'obiettivo politico dell'euro, ossia che con un solo mercato e una sola moneta, l'Europa arrivi più vicino a parlare con una voce sola. Prefazione di Francesco Saraceno.