Le prime comunità cristiane e i poveri. Investimento sicuro è farsi amici i poveri
EMI - Editrice Missionaria Italiana
Verona, 2004; br., pp. 32, cm 10x15.
(Mattoncini).
collana: Mattoncini
ISBN: 88-307-1378-3
- EAN13: 9788830713789
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Il riferimento alle "prime comunità cristiane" ne richiama subito alla mente alcune, di cui è nota la localizzazione: Gerusalemme, Antiochia, Corinto..., se ne conoscono meglio le caratteristiche, i comportamenti positivi e anche negativi. Ve ne sono altre senza nome, quasi "nascoste" dentro i racconti evangelici. Da ambedue emergono interrogativi sul rapporto con i poveri, la povertà, l'uso dei beni. Un rapporto sempre difficile. A quale condizione può entrare a far parte della comunità chi povero non è? Come valutare le parole di Gesù: "È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio"? Sono interrogativi che rivelano il confronto delle prime comunità con il comportamento e l'insegnamento di Gesù. Il criterio basilare è sempre: imitare Gesù, povero e solidale con i poveri. Le forme attuate sono diverse. Vi sono scelte radicali come quelle di Gesù itinerante, privo di tutto; comunità ospitali e solidali; condivisione in tutto, per cui nella comunità di Gerusalemme "nessuno era nella indigenza". Fondamentali in tutte le comunità rimangono i quattro "pilastri" e la loro "circolarità", per cui uno non si può separare dagli altri. I quattro "pilastri" sono: ascolto della parola, unione fraterna, frazione del pane e preghiera. In particolare, l'eucaristia non sarebbe vera quando non si solidarizza con i poveri del luogo e del mondo.