Passi sull'erba
Pasian di Prato, 2024; br., pp. 240, cm 11,5x16.
ISBN: 88-456-1830-7
- EAN13: 9788845618307
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Le poesie di Massimo Pomi producono un effetto di incanto che è percepibile ad apertura di pagina. In tre versi, sul modello degli haiku giapponesi, si squaderna davanti a noi un mondo naturale ricchissimo e variopinto, a cui normalmente non siamo più abituati a fare caso. Nasce una nuova dialettica tra il soggetto e il mondo. Il centro si sposta sul mondo della natura. [...] In questo mondo pluricentrico l'osservatore umano perde il suo carattere di riferimento obbligato e si apre umilmente alla constatazione delle infinite forme di vita. Ma proprio attraverso la diminuzione del peso dell'io nasce il rovesciamento, cioè l'apertura al mondo. [...] Chi vede il mondo per la prima volta? Il bambino. E "se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli" (Mt, 18,3). Come si vede, le grandi forme di sapienza - in questo caso il cristianesimo (della cui storia Pomi è un fine studioso) e il buddhismo zen - convergono in una terapia esistenziale. Che si pone, mi pare, agli antipodi rispetto alla concezione che Max Weber riteneva essere il destino dell'Occidente: la Entzauberung der Welt (disincantamento o disincanto del mondo). L'incanto torna ad essere un'esperienza accessibile a noi postmoderni. Purché si abbandonino alcuni postulati pratici che sono diventati una sorta di dogma implicito nella cultura di massa moderna, e particolarmente in quella postmoderna. Il barone de Coubertin, fondatore dei Giochi olimpici moderni, li aveva espressi così: citius, altius, fortius (più velocemente, più in alto, più fortemente). Alex Langer aveva risposto con una triade opposta: lentius, profundius, suavius (più lentamente, più in profondità, più dolcemente). Direi che le poesie di Massimo Pomi si ispirano a questa seconda triade. Il lettore che si soffermerà su queste poesie troverà sempre nuove sorprese, alla luce di una visione del mondo rovesciata - e io credo più autentica - rispetto al consueto. (dall'Introduzione di Walter Minella).