Storie di perdono
Sesto San Giovanni, 2020; br., pp. 200, cm 14,5x21,5.
(Eterotopie).
collana: Eterotopie
ISBN: 88-575-6356-1
- EAN13: 9788857563565
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 0.65 kg
Qual è il senso, se un senso esiste, della melanconia? Si tratta forse di un dolore interminabile, devastante, senza alcuna possibilità di significazione? In questo libro, che procede in bilico tra rigorosa riflessione teorica e piacere della sorpresa narrativa, l'autore compie un viaggio attraverso la psicoanalisi, l'estetica letteraria e la filosofia con l'obiettivo di comprendere che cosa dica il sentimento melanconico dell'esistenza umana, quale posto occupino il dolore e la sofferenza nella costante costruzione della soggettività e come possa tale dolore essere attraversato, se non anche trasformato. Una via d'uscita possibile, a lungo trascurata anche dalla psicoanalisi, viene rintracciata nel perdono, qui discusso nei termini di un processo alternativo a quello del lutto e da cui può emergere il lato inedito e combattivo dell'afflizione melanconica. Dopo un'attenta lettura del saggio Lutto e melanconia di Freud, per evidenziarne i pregi ma anche le possibilità di espansione, l'itinerario procede con l'analisi di storie letterarie in cui il perdono viene evocato nelle sue molteplici sfumature, che l'autore analizza a partire dalle nuove modalità di narrazione del discorso amoroso inscenate nella letteratura americana contemporanea (da Jeffrey Eugenides a Siri Hustvedt), passando dai romanzi intimisti di Anaïs Nin e Simone de Beauvoir fino ai versi che Ted Hughes ha dedicato a Sylvia Plath. Una sorta di autentico corpo a corpo con ciò che la letteratura dice del perdono, alla ricerca di una piega inaspettata. Una riflessione sul dolore e sulla perdita, ma anche su un'idea di perdono come scommessa di rinascita, come ricostruzione di una soggettività ridotta in frantumi.