Le abitudini da cui piace dipendere. Algoritmi, azzardo, mercato, web
Franco Angeli
Milano, 2017; br., pp. 114, cm 20x20.
(Clinica delle Dipendenze e dei Comportamenti di Abuso).
collana: Clinica delle Dipendenze e dei Comportamenti di Abuso
ISBN: 88-917-5345-9
- EAN13: 9788891753458
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Peso: 0.7 kg
Azzardo, algoritmi, mercato, web sono onnipresenti nella vita di milioni di persone, adulti e adolescenti, immersi in contesti, tecnologie, ambienti sociali, pressioni pubblicitarie, reti di relazioni virtuali, dominate dal ruolo sempre più rilevante di quei processi di calcolo che vanno sotto il nome di algoritmi e dalle regole del marketing. Il libro analizza le conoscenze necessarie a comprendere le ragioni, scritte nella nostra natura biologica e nelle sue interfacce digitalizzate, che spiegano gli intrecci tra le propensioni della mente umana alla gratificazione e il mercato, le tecnologie e i loro effetti sulla nostra quotidianità. Stiamo partecipando a un gigantesco esperimento universale, che mette in gioco il modo in cui evolveranno i nostri cervelli, grazie alla formazione di abitudini che riempiono la vita a milioni di persone, e di cui c'è scarsa consapevolezza. Per limitarne rischi è necessario promuovere intelligenza critica e indirizzare gli sviluppi delle tecnologie e dei mercati, dando a questi ultimi delle cornici etiche entro le quali si possano valutare non solo cose come il rispetto della privacy, ma fondamentalmente la capacità di considerare l'uomo come fine e non come mezzo. La stessa tecnologia che sviluppa i giochi d'azzardo può essere orientata alla protezione dei soggetti vulnerabili, i processi di profilazione della clientela usati a scopo promozionale possono essere usati anche per migliorare le capacità critiche delle persone, gli algoritmi che creano le bolle autoreferenziali dei social network possono generare scenari diversi e nuovi approcci di senso ai problemi. Fronteggiare quelle derive problematiche che chiamiamo dipendenze comportamentali non riguarda solo gli specialisti: il mercato lo sosteniamo noi con le nostre scelte, la tecnologia la usiamo con più o meno competenza, le nostre propensioni possiamo riconoscerle e anche in parte governarle.