Christian Boltanski. Faire part
Siena, Palazzo delle Papesse, 7 dicembre 2002 - 2 marzo 2003.
A cura di Fusi L.
Traduzione di Davis T.
Testo Italiano, Inglese e Francese.
Pistoia, 2002; cartonato, pp. 115, ill. b/n e col., cm 18x23.
(Chance).
collana: Chance
ISBN: 88-7336-045-9
- EAN13: 9788873360452
Soggetto: Collezioni,Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura),Scultura,Scultura e Arti Decorative - Monografie
Periodo: 1960- Contemporaneo
Luoghi: Nessun Luogo
Extra: Arte Francese,New Media
Testo in:
Peso: 0.58 kg
Christian Boltanski (Parigi, 1944) - dopo l'intervento alle Papesse per la mostra della Fondazione Cartier con le ammalianti bugies - propone fotografie che hanno il carattere delle installazioni. Le opere, tutte di recente produzione, sono costruite per permettere al visitatore di entrare nell'esistenza dell'artista francese, ma, attraverso alcune icone simbolo, anche in quella dell'umanità. Affrontano cinque grandi temi fondamentali per l'uomo: la rappresentazione della propria immagine (da sempre il fondamento della religione cattolica è la nascita dell'uomo avvenuta ad immagine e somiglianza di Dio Padre), il conseguente momento del riconoscimento di noi stessi e degli altri nella visione dei volti rappresentati nelle opere fotografiche, il trascorrere del tempo, percepibile con maggior forza e crudezza proprio attraverso l'immagine fotografica di un volto ed il tema della scomparsa, della morte evocata non solo dalla fotografia ma soprattutto delle installazioni a parete realizzate con le date di nascita e morte degli uomini ritratti. La quinta tematica è relativa al concetto di ombra , di mistero che queste immagini in bianco e nero angosciosamente richiamano, fino ad arrivare all'ultimo grande intervento concentrato sui ricordi dell'artista. Lettere, fotografie, oggetti che mettono completamente a nudo la sua vita umana e professionale. Disvelano fortemente l'uomo e l'artista. Di grande impatto, dunque, questo primo piano che recupera i ricordi dell'umanità, il mistero delle persone e i simboli arcani della propria esistenza. Un tuffo arcaico nell'oscurità della memoria, un viaggio breve ma intenso nella penombra. In una mostra che potrebbe funzionare' anche come installazione unica, come scultura omnicomprensiva.