Gli Affreschi delle Cripte Eremitiche Pugliesi
Medea Alba
Capone Editore
Presentazione di Antonio Ventura.
Lecce, 2014; br., pp. 264, ill. b/n, cm 17x24.
ISBN: 88-8349-186-6 - EAN13: 9788883491863
Soggetto: Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Saggi e Studi sull'antichità
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico,1000-1400 (XII-XIV) Medioevo
Luoghi: Europa,Puglia
Testo in:
Peso: 0.86 kg
" ... nella quale la dottoressa Alba Medea ha registrato quanto in un mese intero di soggiorno sui luoghi, di ricerca e di esplorazione, di veramente intensa fatica e lavoro, ha osservato, misurato e venuto a sapere. Di ogni cripta da lei visitata ha dato una precisa e fedele descrizione, indicandone la denominazione, la località, lo stato attuale di proprietà, di custodia e d'uso a cui sia adibita, la misurazione planimetrica, la descrizione e interpretazione degli affreschi ed inscrizioni ancora visibili, spesso la pianta iconografica, e finalmente la bibliografia, con l'indicazione della iconografia fotografica, quando esista, e col suggerimento pratico di ciò che possa farsi per la riproduzione degli affreschi e la conservazione della cripta. Altrettanto la dott.ssa Medea ha fatto nel 1934 per le più numerose cripte di Terra d'Otranto. Così si ha finalmente la notizia sufficiente e sicura di un centinaio circa di cripte basiliane o bizantine pugliesi...".
La ricerca segnalata con tanto entusiasmo da Giuseppe Gabrieli, rappresentava, come si può dedurre dalla sua attenzione nel menzionarne ogni particolare, il primo studio condotto in maniera organica su quei singolari monumenti della Puglia meridionale e delle limitrofe regioni di Basilicata e Calabria, la cui parte più interessante, ma anche più esposta ad alterazione e deperimento, è rappresentata dalla ricca decorazione iconografica delle absidi, dei pilastri, delle pareti laterali, degli archi e, talvolta, anche dei soffitti, dove, su uno o più strati sovrapposti d'intonaco, la devozione dei fedeli ha, in tempi remoti, dipinto, all'interno di un riquadro appena accennato, l'immagine sacra venerata nella chiesa-ipogeo, oppure l'ha sostituita con un'altra diversa, iscrivendone in alto, ai due lati, il nome con sigle greche o latine o con lettere disposte verticalmente.
Questo patrimonio artistico, unico nel suo genere, è rimasto per lungo tempo sconosciuto agli ambienti culturali ed accademici italiani ed alle autorità predisposte a tutelarlo ed a garantirne in maniera opportuna la conservazione. Perché cominci a suscitare il giusto interesse e venga finalmente segnalato come fondamentale testimonianza dell'espressione artistica bizantina nella pittura, bisognerà giungere alla seconda metà del XIX secolo, quando studiosi, specialmente francesi, cominceranno ad occuparsene, senza, però, condurre studi approfonditi. Non mancarono, infatti, di sottolinearne l'importanza storica ed il pregio artistico Charles Diehl, ne L'art byzantin dans l'Italie Mèridionale; Emile Bertaux, in L'art dans l'Italie mèridionale; François Lenormant, in la Grand Grèce e, ancora, nelle Notes archéologiques sur la Terre d'Otrante; Jules Gay, ne L'Italie méridionale et l'empire byzantin.
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