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Madri assassine. Dal dramma di Medea alla psicopatologia del quotidiano

Imprimatur Edizioni

Reggio Emilia, 2016; br.
(Saggi).
(Saggi).

collana: Saggi

ISBN: 88-6830-289-6 - EAN13: 9788868302894

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1 kg


Secondo il pensare comune, la donna avrebbe un istinto materno innato. Perciò, se una madre uccide il proprio figlio, allora la causa sarebbe di natura psichiatrica o psicopatologica. Un comportamento per noi paradossale, spiegato attraverso un'accurata analisi scientifica. Assassinio o atto rituale? Cosa porta una madre a uccidere il proprio figlio? Per il comune sentire greco Medea era la straniera, e in questo era insita la giustificazione al suo abominevole gesto. E oggi? Come è vista una donna che commette un simile atto? È quanto cerca di spiegare Alessandro Meluzzi in questo libro, tracciando un profilo antropologico e sociologico delle madri assassine, ripercorrendone la storia dal mito antico ai più recenti fatti di cronaca e offrendoci una digressione sul significato della criminologia in chiave attuale. "Il figlicidio è un evento culturalmente inaccettabile e destabilizzante. Ecco perché è necessario per l'opinione pubblica trovare delle attenuanti, che rintraccia nel raptus o nella malattia mentale: la psicosi è confortante. Tuttavia, una minima parte delle donne figlicide è realmente affetta da una patologia psichiatrica. In realtà, solo un terzo dei casi di madri assassine può avvalersi dell'attenuante della malattia mentale o di un disturbo psicopatologico. I due terzi sono per lo più madri affette da disturbi di personalità che impediscono di assumere un ruolo materno consapevole e responsabile di fronte a situazioni di vita stressanti".

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