La giungla di Calais. I migranti, la frontiera e il campo
Ombre Corte Editore
Traduzione di Manghi N.
Verona, 2018; br., pp. 166, ill.
(Culture).
collana: Culture
ISBN: 88-6948-093-3
- EAN13: 9788869480935
Periodo: 1960- Contemporaneo
Luoghi: Europa
Extra: Arte Francese
Testo in:
Peso: 0.8 kg
Da aprile 2015 a ottobre 2016, sono stati circa diecimila i migranti che hanno vissuto in condizioni estremamente precarie nella "Giungla" di Calais, accendendo passioni, polemiche e timori, ma anche grandi solidarietà. Michel Agier, riconosciuto a livello internazionale per il suo lavoro sull'antropologia urbana, i migranti e i rifugiati, ha riunito ricercatori e attivisti (sociologi, architetti, volontari...) in un progetto rivolto a comprendere L'evento Calais" - un oggetto politico, mediatico e simbolico inedito. In effetti, tutte le reazioni di cui la Giungla è stata oggetto, tutte le violenze fisiche e morali contro i suoi abitanti e tutti i tipi di solidarietà (umanitarie e politiche, individuali e associative, calesiane, britanniche o europee) formano un concentrato delle domande che attraversano oggi tutta l'Europa: come si definisce un "noi" locale, nazionale ed europeo che sia attento alla propria relazione con gli "altri" e con se stesso? Si può, e come, reinventare l'ospitalità? A partire dai campi o contro di essi? Quale futuro si inventa in questi luoghi di emarginazione e di eccezione che finiscono con l'assomigliare a occupazioni e a nuovi spazi politici? "La questione al centro della ricerca di Agier e collaboratori è la vita effimera e insieme testarda di un "campo", non diversa da quella di altre giungle, metafora perfetta dei contemporanei spazi urbani e delle forme di socialità che li caratterizzano e li animano. È questo il merito maggiore del libro: interrogare la moltitudine di atti e di interessi amministrativi, politici, sociali, economici che nutrono la vita di un campo di richiedenti asilo, facendo emergere la produzione di discorsi, di azioni politiche, di relazioni, e ciò tanto fra gli immigrati quanto nelle comunità locali." (Roberto Beneduce)