Antelami a Parma. Il lavoro dell'uomo, il tempo della terra
Franco Maria Ricci
A cura di López M. e De Francovich G.
Illustrazioni di G. Amoretti e Broia D.
Fontanellato, 2021; ril., pp. 72, ill. col., cm 23,5x23,5.
EAN13: 9791280294005
Soggetto: Scultura e Arti Decorative - Monografie
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Luoghi: Emilia Romagna
Testo in:
Peso: 1 kg
"La mostra dei Mesi di Benedetto Antelami, collocata all'interno di Parma Capitale italiana della Cultura 2020 + 21, costituisce un contributo della Chiesa di Parma alla ripresa di questa celebrazione vulnerata dalla pandemia, con l'intento di concorrere non solo al bene della nostra città, ma anche a beneficio di tutti coloro che vorranno venire e meravigliarsi. Le statue sono poste a terra nel Battistero, per una visione ad altezza di persona che ne fa intuire, oltre alla squisita rappresentazione artistica, l'insieme del messaggio che promana e che può essere ulteriormente arricchito dalle domande dell'oggi. Esse infatti sono ideate per stupire, per raccontare e per istigare racconti. Così è tutto il tema figurativo e scultoreo racchiuso nello scrigno ottagonale che accoglie chi chiede l'Acqua del Battesimo, come chi cerca il bello trovandolo foriero di un annuncio che lo porta, consciamente o inconsciamente, al trascendente, a portata di mano, per così dire, nel Fonte battesimale. Cerchiamo alcune suggestioni per "leggere" i mesi antelamici. Il tema del tempo e del lavoro ci porta alle prime pagine della Bibbia. Dalla lettura della Genesi risalta la persona umana significativamente creata al compimento della creazione; "domina" sugli esseri viventi, ma non sul tempo, la luna e il sole, nel quale si innesta la benedizione della fecondità e della coltivazione della terra. La terra è data all'uomo ed è da coltivare, può essere modificata, antropogenesi, fino ad abusarne; anche il tempo è dato, può essere misurato, vissuto, in modi diversi, ma su questo l'uomo "non domina". Appare immutato il tempo, ma reso fecondo dalla persona umana che lavora la terra..." (dall'introduzione di Enrico Solmi)