Walter Benjamin e gli stati d'eccezione
Clinamen
Firenze, 2024; br., pp. 244, cm 14x21.
(Critica e crisi. 8).
collana: Critica e crisi.
ISBN: 88-8410-348-7
- EAN13: 9788884103482
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 0.31 kg
La locuzione «stato d'eccezione» compare raramente nei testi di Walter Benjamin. Citato direttamente ai limiti della sua produzione scritta, nell'origine del dramma barocco tedesco e nelle tesi sul concetto di storia, in queste ultime lo stato d'eccezione si trova in una posizione cruciale, e appare in doppia veste: come regolarità da disattivare e scardinare, e come compito da realizzare. Formulando o, meglio, indicando il «vero stato d'eccezione» per l'unica volta nel 1940, al poco spazio dedicato all'esposizione corrisponde però uno spazio immenso per l'interpretazione. Lo stato d'eccezione è un semaforo che lampeggia, richiama l'attenzione su una situazione che sta pericolosamente tra i fuochi, e rischia di spegnersi svelto, poiché non evoca un filone consueto né esplicito della ricerca benjaminiana. Allo stesso modo, però, risulta intessuto con i temi più cardinali del suo pensiero, a partire dall'analisi della modernità, dalla critica del progresso, dal ruolo della politica. In un momento storico in cui il tema sembra incontrare una rinnovata attualità, questo attento e rigorosissimo studio ricostruisce il percorso filosofico e pratico - dislocato tra estetica, politica e teoretica - che conduce Benjamin fino a lì, e che necessariamente attraversa molte eccezioni. Ma che, soprattutto, snida l'eccezione come regola, restituendoci lo stato d'eccezione come compito, nonché come strumento per la critica.