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Popolo e bene comune in Italia fra XIII e XIV secolo

Libreria Editrice Viella

Roma, 2018; br., pp. 144, cm 15x21.

ISBN: 88-3313-011-8 - EAN13: 9788833130118

Soggetto: Saggi e Studi sull'antichità,Saggi Storici

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico,1000-1400 (XII-XIV) Medioevo,1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Luoghi: Italia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.36 kg


Cos'è il «popolo» in una qualunque città dell'Italia comunale tra XIII e XIV secolo? Un segmento della società, un insieme di associazioni federate, un'istituzione o un complesso di istituzioni? In genere tutte queste cose insieme, ma anche, spesso, la memoria tormentata e confusa di una dimensione unitaria che era andata in pezzi nel corso del XIII secolo, e che, anch'essa, poteva essere detta «popolo». Alla fine del Duecento, nel pieno dell'affermazione della parte «popolare» in alcune città importanti, uno spazio tanto semantico quanto sociale si è definitivamente scomposto, rivelando una nuova pluralità di significati di «popolo», anche in contraddizione fra loro, mentre altri riferimenti alla totalità politica prendono forma, e in particolare una nuova nozione di «bene comune». Proveniente direttamente dal lessico teologico e intensamente evocativo di un'armonia politica contraddetta quotidianamente dall'esperienza del conflitto fra fazioni, e fra milites/magnati e popolo organizzato, il «bene comune» si mostra per quel che è: metafora idealizzata e sfuggente della comunità lacerata, e insieme il suo orizzonte utopico.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci