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Langhe di Camillo Cavour

Skira

Alba, PALAZZO MOSTRE E CONGRESSI, 18 giugno - 13 novembre 2011.
Alba, Palazzo Mostre e Congressi "Giacomo Morra", 18 giugno - 13 novembre 2011.
Milano, 2011; br., pp. 224, 10 ill. b/n, 120 ill. col., cm 24x28.
(Musei e Luoghi Artistici).

collana: Musei e Luoghi Artistici

ISBN: 88-572-1069-3 - EAN13: 9788857210698

Soggetto: Collezioni,Pittura,Saggi Storici,Scultura,Società e Tradizioni

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Luoghi: Italia,Piemonte e Valle d'Aosta

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.248 kg


Uno sguardo complessivo sul laborioso divenire di questo territorio nella sua fase sette-ottocentesca, a partire da alcune linee guida: la dimensione politico-istituzionale, le trasformazioni del paesaggio rurale e urbano, l'economia e il sistema viario, le articolazioni della società, il ruolo che le Langhe hanno avuto come luogo di soggiorno e di investimento per la nobiltà e i Savoia, il rapporto tra le Langhe e la famiglia Cavour, gli ambiti della memoria risorgimentale e delle prime raffigurazioni artistiche.
Camillo Cavour e le Langhe si conobbero quando il primo non era ancora "il grande tessitore", ma solo il figlio più giovane e irrequieto del potente marchese di Cavour, e le seconde erano, per lo più, un'area marginale, povera e sperduta tra Piemonte e Liguria. Nel 1832 il ventiduenne Camillo fu nominato sindaco di Grinzane, un paese di 350 anime dove il padre Michele e gli zii Clermont-Tonnerre possedevano gran parte delle terre. In una situazione quasi feudale, tenendo le sedute del consiglio comunale in una stanza del castello di proprietà della sua famiglia, il giovane fece il suo apprendistato con l'amministrazione delle cose e degli uomini, imparando ad amare le occupazioni agricole e a conoscere i limiti del sistema di governo sabaudo.
Questa esperienza, importante nella formazione del più grande statista che l'Italia abbia avuto, viene qui ripercorsa. Sullo sfondo, la grande storia dell'Europa, tra il crollo dell'antico regime, la rivoluzione francese, l'età napoleonica e il processo di unificazione italiana che Cavour portò a compimento, ma anche la piccola storia delle Langhe, prima che queste colline assurgessero a mito letterario. Entrate tardi nei domini dei Savoia, rimaste a lungo isolate in una sorta di enclave dai contorni sfuggenti, piombarono improvvisamente sulla scena politica nell'aprile 1796, quando un altro giovane, il ventiseienne Napoleone Bonaparte, le attraversò con il suo esercito e ad Alba fu istituita una repubblica, presto abbattuta. Tuttavia, per la prima volta, anche al di qua delle Alpi furono proclamati i principi rivoluzionari di sovranità nazionale, libertà ed eguaglianza, posti a base del progetto di una confederazione italiana. Simbolo di questa esperienza fu il "melarancio", un albero di arance i cui spicchi, uniti e uguali, dovevano rappresentare gli italiani del tempo.
In seguito, apprezzate da Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, le Langhe iniziarono lentamente ad aprirsi alla modernità economica e sociale. Attraverso i volti e le vicende di nobili, borghesi, patrioti e carbonari, di donne e di preti, di eruditi e pittori, ma pure di piccoli proprietari e contadini poverissimi che vissero negli "anni cavouriani", questo volume racconta anche la grande trasformazione che ha formato gli italiani del 1861.

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