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Il Crocifisso di Cividale e la Scultura Lignea nel Patriarcato di Aquileia al Tempo di Pellegrino II. (Secoli XII-XIII)

Umberto Allemandi

Cividale Del Friuli, PALAZZO DE NORDIS, 12 luglio - 12 ottobre 2014.
Cividale del Friuli, Museo Nazionale di Palazzo de Nordis, 12 luglio - 12 ottobre 2014.
A cura di Mor L.
Torino, 2014; br., pp. 260, ill. b/n e col., tavv., cm 24x30.

ISBN: 88-422-2330-1 - EAN13: 9788842223306

Soggetto: Architettura e Arte Religiosa,Arte del Legno (Cornice, Intaglio, Mobili..),Collezioni,Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Scultura

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico,1000-1400 (XII-XIV) Medioevo

Luoghi: Friuli Venezia Giulia

Extra: Arte Bizantina,Religione e Arte Religiosa

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.46 kg


Il progetto di questa mostra, che si terrà presso il Museo Nazionale di Palazzo de Nordis a Cividale del Friuli (oggi sito Unesco) dal prossimo 12 luglio fino al 12 ottobre 2014, nasce da un'indagine scientifica decennale avviata sulla scultura lignea di epoca tardoromanica (secoli XII e XIII) nell'Alto Adriatico e nelle Alpi centro-orientali. Lo studio si è orientato in particolare sulle opere degli antichi domini del Patriarcato di Aquileia, di cui l'imponente Crocifisso del Duomo di Cividale costituisce la testimonianza più illustre, un autentico capolavoro che, già venerato fin dalle origini, divenne prototipo per altri esemplari dell'area in questione fino a gran parte del Duecento. Si menzionano al riguardo il Crocifisso di Cerknica (Lubiana, Narodna-galerija), quello nella parrocchiale di Portis, nonché le derivazioni dirette dei Dolenti già nel tempietto di Santa Maria in Valle a Cividale (ora in restauro) e dei Crocifissi istriani di Motovun (Montona) e Gracišce (Gallignana). L'intensa suggestione espressiva del caso cividalese incarna sia l'immagine del Christus triumphans che patiens, ponendolo peraltro tra i maggiori esempi di scultura lignea monumentale del Medioevo europeo. Ciò è emerso più che mai grazie anche al restauro di cui è stato oggetto: un intervento estremamente complesso che, conclusosi nel giugno del 2012 dopo sette anni, è stato finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e curato dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia presso il proprio Laboratorio di Udine.

Con l'esposizione di trenta opere rarissime provenienti da Friuli Venezia Giulia, Carniola slovena, Istria, Veneto, Alto Adige, Tirolo, Carinzia, Stiria e Baviera, si potrà raggruppare per la prima volta la quasi totalità delle sculture lignee superstiti del contesto patriarcale e, con esse, alcuni esempi parimenti significativi degli regioni limitrofe. In prevalenza crocifissi, spesso di dimensioni monumentali e di tipologia eterogenea, questi manufatti non solo concorrono a delineare la cultura del Cristo cividalese, ma sono soprattutto emblematici della precoce vocazione mitteleuropea del Patriarcato. Nel corso del secolo XII e in quello seguente, la loro prevalente ascendenza d'Oltralpe trova idealmente un riferimento nelle origini del presule Pellegrino II (1195-1204), cividalese di nascita ma di famiglia Ortenburg-Sponheim, che, oltretutto, dopo l'incendio del 1186 diede impulso alla ricostruzione del Duomo di Cividale e lo arricchì anche del grande Antependio d'altare in argento dorato datato 1204 (eccezionalmente in mostra insieme ad preziosi esempi di arte suntuaria). Già dai tempi della fiorente rinascenza politica avviata dal celebre Popone (1019-1042), infatti, fino all'incirca alla metà del XIII secolo, in virtù del ruolo strategico nell'Alto Adriatico, la Chiesa aquileiese fu soggetta alla forte intromissione dell'autorità imperiale tramite patriarchi di nobili casate di Franconia, Svevia e Carinzia. Ciò condizionò anche la committenza artistica, incline ad ispirarsi ideologicamente a modelli nordici, talvolta importati direttamente o veicolati da maestranze itineranti. Nonostante la suggestione della koinè bizantina rimanga viva nei centri del litorale, come per esempio nel Crocifisso della Cattedrale di San Giusto a Trieste, la produzione plastica in legno nel Patriarcato si connota in particolare per opere quasi sempre frutto di scultori aggiornati o ispirati a prototipi svevi e stiriani, di cui il Cristo di Cividale è interprete fedele, ma allo stesso tempo caratterizzato da una sintassi di stile unica nel suo genere, senza dubbio esito di una commissione di rango tra la fine del XII secolo e il primo decennio del Duecento. Una variante non meno paradigmatica di questa propensione è il magnifico Christus triumphans già documentato ad Aquileia presso la distrutta Basilica dei Santi Felice e Fortunato e che ora è venerato nella piccola Cappella Bresciani di Cervignano del Friuli. Imponente e realizzato sul finire del XII secolo da un importante maestro della Val Pusteria, tale Crocifisso costituisce un'ulteriore qualificata conferma dello stretto legame col mondo germanico.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci