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Piacenza, terra di frontiera: pittori lombardi e liguri del Seicento

Grafiche Lama

Piacenza, Galleria Rosso Tiziano, 31 marzo - 27 aprile 2010.
Piacenza, 2010; ril., ill. b/n e col., tavv., cm 21x27.

collana: Ecce Opus. 0003. Contributi e Scoperte di Storia dell'Arte

ISBN: 88-96037-14-X - EAN13: 9788896037140

Soggetto: Pittura,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Luoghi: Emilia Romagna,Italia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.72 kg


La città di Piacenza è da sempre stata terra di frontiera per il passaggio sul Po verso la Lombardia e lungo il Trebbia per la Liguria e con questi territori ha mantenuto nei secoli stretti legami economico-commerciali e anche culturali; per sua natura Piacenza è la porta dell' Emilia verso la Lombardia e verso l'Europa e per questo è sempre stata sia un centro strategico molto ambito per i potenti sia un appagante approdo per importanti artisti di diversa provenienza. Nel corso del Seicento la presenza dei lombardi a Piacenza si intensifica e si associa, grazie anche agli indirizzi della corte farnesiana, a quella di artisti liguri.
A partire dalle opere di GIOVAN MAURO DELLA ROVERE detto FIAMMENGHINO, frescante di molte chiese lombarde e di GIOVANNI BATTISTA TROTTI detto il MALOSSO, cremonese attivo anche in San Francesco a Piacenza, si percorrerà la strada del naturalismo di DANIELE CRESPI, le stemperate suggestioni venete e vandykiane di FRANCESCO CAIRO, di GIOVANNI ANDREA DE FERRARI e dei due fratelli NUVOLONE, CARLO FRANCESCO e GIUSEPPE, anch'essi attivi più volte in città.
Una suggestiva opera raffigurante l'Incendio della città di Sodoma del raro pittore RIDOLFO CUNIO una Battaglia di Clavjio di ALESSANDRO GHERARDINI detto il CERANINO, o un Ester e Assuero del bergamasco CARLO CERESA aprono lo scenario alla seconda metà del secolo, al quale risalgono le tele di CARLO DONELLI detto il VIMERCATI e di STEFANO MARIA LEGNANI detto il LEGNANINO, fino a quelle di VALERIO CASTELLO e dell'elegante BARTOLOMEO GUIDOBONO.
Il pregio speciale di questa mostra, che ricreerà la temperie culturale piacentina del secolo XVII e che trova opere degli stessi pittori sparse nelle chiese e nei palazzi di Piacenza, sta anche nel fatto che sarà una vetrina per opere in maggioranza inedite, scoperte recentemente, mai pubblicate finora e in alcuni casi importanti aggiunte ai cataloghi dei rispettivi pittori.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci