La televisione italiana sulle riviste per ragazzi
Edizioni ETS
Pisa, 2099; br., pp. 304, cm 14,5x22.
(Bagheera. 14).
collana: Bagheera
ISBN: 88-467-6095-6
- EAN13: 9788846760951
Testo in:
Peso: 0.46 kg
L'esordio della prima programmazione televisiva della Rai, avvenuta nel 1954, ha coinciso con una stagione particolarmente felice della stampa periodica per ragazzi che, grazie a settimanali come il «Corriere dei Piccoli», «Il Giornalino» e «Il Vittorioso», ha contribuito all'educazione e alla crescita identitaria di generazioni di lettori bambini negli anni della ricostruzione postbellica. Come hanno guardato al nuovo medium comunicativo queste riviste, come lo hanno raccontato e vi si sono rapportate? Dopo un'iniziale diffidenza della stampa per ragazzi verso la televisione, si osserva una progressiva attenzione nel corso degli anni Sessanta sia attraverso articoli dedicati alla programmazione televisiva sia tramite la ripresa di noti personaggi e storie che dallo schermo approdano alla carta stampata e viceversa. Sulle pagine del «Corriere dei Piccoli» il pupazzo di Topo Gigio è il precursore di un fenomeno nuovo e crescente che si svilupperà negli anni a venire e a cui faranno seguito personaggi come Mago Zurlì, Scaramacai, Bonanza e molti altri. Allo stesso tempo alcuni personaggi del giornale entrano anche nel piccolo schermo, come Bibì e Bibò, Mio Mao, il Signor Bonaventura. Il bambino degli anni Sessanta è un lettore nuovo, mediatico che tuttavia non dimentica la bellezza della parola e il valore degli spazi della corrispondenza come possibilità comunicative e di dialogo identitario. Nella stampa periodica per ragazzi degli anni Sessanta è presente una valutazione maggiormente positiva delle potenzialità educative del nuovo mezzo televisivo e prevale uno sguardo di apertura, di incontro che diviene progressivamente scambievole alleanza multimediale tra mondo delle riviste e televisione verso la costruzione di nuovi orizzonti culturali creativi e generativi.