Case del balilla. Architettura e fascismo
Electa Mondadori
Milano, 2008; ril., pp. 263, ill. b/n, cm 26x29.
(Architetti Moderni).
collana: Architetti Moderni
ISBN: 88-370-3689-2
- EAN13: 9788837036898
Soggetto: Architettura e Arte Civile,Saggi (Arte o Architettura),Storia dell'architettura
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 1.92 kg
Nell'ambito della tendenza alla defascistizzazione retroattiva del fascismo, anche il problema del rapporto tra fascismo e architettura ha trovato soluzioni che o hanno negato l'esistenza di una reale connessione ideologica o hanno postulato la discriminazione fra architetti "buoni", cioè moderni, razionalisti, funzionalisti e, pertanto, antifascisti, e architetti "cattivi", cioè tradizionalisti, retorici, pomposi e, pertanto, fascisti. La "buona architettura" del periodo fascista sarebbe stata ideologicamente neutra e il coinvolgimento di molti architetti "buoni" nelle opere del regime sarebbe stato frutto di ingenuità o di un adattamento convenzionale, senza convinzione, ai rituali del regime. Negata l'esistenza di un'architettura fascista, la defascistizzazione retroattiva ha escluso che vi siano stati architetti "buoni" che operarono per dar corpo a una architettura fascista, convinti della funzione sociale dell'architettura come espressione funzionale e simbolica di una collettività creatrice di una nuova civiltà, quale il fascismo, secondo loro, stava creando in Italia attraverso l'esperimento totalitario, al quale aderirono con lucida consapevolezza e attiva partecipazione. I saggi in questo volume oppongono un solido argine alla defascistizzazione retroattiva del fascismo, e per questo il loro interesse storiografico va oltre il campo di indagine dei loro autori.