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Condor

Federico Motta

Milano, Galleria Grazia Neri, 25 maggio - 6 luglio 2002.
Milano, 2002; br., pp. 84, 40 ill. b/n, cm 22x22.

ISBN: 88-7179-332-3 - EAN13: 9788871793320

Soggetto: Collezioni,Fotografia,Società e Tradizioni

Luoghi: Extra Europa

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.57 kg


Una volta all'anno, in un paesino delle Ande, in Perù, si celebra un rito, una sorta di cerimonia ancestrale, la Yawar Fiesta. Gli uomini del villaggio salgono sulle montagne per catturare il Condor, il messaggero degli dei. La lunga attesa viene mitigata da piccoli sacrifici per placare gli dei poi, catturato il condor, scendono a valle dove la festa può cominciare. è una festa che segue regole ferree, nulla deve essere lasciato al caso, onde evitare la terribile maledizione del condor. Processioni e suoni di bande precedono il giorno del Condor, quando l'animale, simbolo della potenza degli Incas, verrà legato sulla schiena di un toro, simbolo degli Spagnoli, nemici e conquistatori. Il condor torturerà il dorso del toro con il suo becco e i più coraggiosi tra gli uomini sfideranno l'animale inferocito, finché questi crollerà al suolo. Il sangue che viene sparso durante questa corrida è considerato di buon auspicio. Dopo il combattimento, il condor può tornare a volare sulle Ande, messaggero degli uomini e degli dei. La storia viene per un giorno ribaltata: il toro, e ciò che rappresenta, perde sempre, è la rivincita del popolo Inca.
Il volume raccoglie il suggestivo reportage di Tomas Muscionico, il fotografo svizzero che ha vissuto accanto agli abitanti di questo villaggio, Cotabambas, e ne ha accompagnato gli uomini in questa cerimonia. L'obiettivo coglie la stanchezza degli uomini, la trepidazione dei bambini, il bellissimo paesaggio andino e la violenza della corrida, ferma nelle immagini il combattimento tra il condor, il toro e gli uomini. è un reportage intenso che rivela lo stupore dell'autore, che partecipa alla cerimonia senza poterne far veramente parte.
La sequenza fotografica è accompagnata da un testo del giornalista americano Andrian Kreye, che ci narra e ci spiega lo svolgersi della Yawar Fiesta.


Tomas Muscionico, nato in Svizzera nel 1968, consegue il diploma di laurea presso la Kunstgewerbe Schule di Zurigo nel 1987, per entrare a far parte di Contact Press Images due anni dopo. Dal 1991, anno in cui gli viene attribuito il World Press Photo Award, risiede a New York. Tomas Muscionico sa come guardare la storia da vicino. Nelle sue immagini risiede una dimestichezza derivante da quel coraggio che solo pochi fotografi possiedono. Le sue immagini non solo documentano, ma rappresentano una vera e propria ricerca dell'anima del soggetto. Grazie ad esperienze come la Guerra del Golfo, l'assedio di Grozny e la guerra civile ad Haiti, ha imparato alla perfezione come si coglie la drammaticità di un istante.
Ma il talento di Muscionico si manifesta al meglio quando è in movimento. Letteralmente. Ha seguito da vicino la crescita nel tempo di importanti leader mondiali come Vaclav Havel, Nelson Mandela e Bill Clinton, guadagnandosi sia il Premio Culturale della città di Praga, sia ampi spazi all'interno di periodici, colmando queste distanti figure di una vitalità che nessuna inquadratura televisiva sarebbe mai stata in grado di cogliere. Ogni giorno Tomas Muscionico dimostra che l'anima di una storia può essere colta solo se la si vive dall'interno. Le sue fotografie vengono costantemente pubblicate dai più noti periodici a livello mondiale.


Andrian Kreye è nato a Monaco di Baviera e vive a New York dal 1988. I suoi reportages dalle Americhe, dall'Africa, dall'Asia e dal medio Oriente sono stati pubblicati su riviste e periodici di tutta Europa. Dal 2000 è corrispondente da New York del quotidiano tedesco "Suddeutsche Zeitung".

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