Le opere perdute
Ponte Sisto
A cura di Canfield M.
Testo Multilingua.
Roma, 2016; br., pp. 224, cm 12x21.
(Doppiofondo. Poesia).
collana: Doppiofondo. Poesia
ISBN: 88-95884-23-X
- EAN13: 9788895884233
Testo in:
Peso: 0.49 kg
"Le opere perdute", secondo le dichiarazioni dello stesso Mutis, rimanda all'Esiodo di Le opere e i giorni, in spagnolo Los trabajos y los días, ed evoca come le "opere" nel poema greco, la creazione cosmica. Per Mutis la poesia, "moneta inutile", che "sostituisce" e segna la ripetuta sconfitta dell'uomo attraverso i tempi, è - ormai senza dubbio - "trabajo perdido". Ritenuto un maestro della letteratura ispano-americana, Mutis («scrittore e poeta della stirpe più rara, ricco senza ostentazione e senza spreco», lo definì Octavio Paz), per un lungo tratto della sua operazione narrativa si è fatto accompagnare da una sorta di "doppio" (ma guai a dirgli che era il suo alter ego), Maqroll il Gabbiere, simbolo vitale dell'anarchico errante, eroe e antieroe di quasi tutte le sue storie, titolare di mille iniziative e derive lungo le mappe del continente, in una sorta di strategia dell'esilio stabile, irrimediabile, duraturo. Maqroll, donchisciottesco artefice delle vele e delle attrezzature marinare, destinato a una inevitabile sconfitta, risulta poi vincitore nelle circostanze della propria vita: re della cronaca, ma anche del prodigioso e dell'avventuroso, in un seguito di azioni, meditazioni, gesti e riflessioni, per scali sperduti e mete inquietanti, Maqroll è l'umanissimo semidio del coraggio e della sfida (e dentro l'operazione letteraria, il protagonista di un macrotesto costruito per romanzi, racconti, poesie: essere che interpreta la propria miseria come fonte di conoscenza e di fertile permanenza della verità lungo i profili del mondo variabile e ingannatore).