A ciascuno il suo duemila epiteti veneti
Edizioni Panda di Tralli Andrea
Noventa Padovana, 2011; br., pp. 144, ill., cm 16,5x22,5.
ISBN: 88-96753-43-0
- EAN13: 9788896753439
Soggetto: Società e Tradizioni
Luoghi: Veneto
Testo in:
Peso: 0.34 kg
«Ogniqualvolta incontro Luigi Nardo, e ciò accade regolarmente nelle vie Belzoni e Ognissanti o nel cuore dell'area portellata (dove egli da buon "ex" ama vagabondare...), il discorso cade immancabilmente su avvenimenti e personaggi del suo Portello, del suo "vecchio" Portello. "Seto, gavaria in mente..." è l'attacco col quale avvia il suo parlare, con garbo di buon sapore veneto, per segnalare le iniziative sue e di amici perché non vada dispersa la tradizione del famoso quartiere. E in verità vedo infatti ben pochi altri che come lui, fra i moltissimi innamorati della vecchia Padova, possano contribuire con passione e trasporto "storico" a tenere viva la presenza del Portello nel cuore della città. La lunga militanza nella scuola a contatto con la parlata genuina e spontanea degli scolari, il profondo amore per il borgo natio lo hanno spinto a dedicare al dialetto di casa i suoi interessi e a pubblicare apprezzate operette fra cui quel "Dizionarietto Portellato" accolto dai lettori con grande simpatia. Ora in questa ultima fatica "A ciascuno il suo" egli allarga lo sguardo all'area regionale, inserendo i risultati delle sue ricerche comprendenti l'analisi di duemila epiteti nella collana dedicata ai "Quaderni Portellati". Epiteti di vecchio stampo, tradizionali, che Nardo definisce "... i sani epiteti della mia giovinezza, convinto che abbiano ancora una loro carica espressiva e non solo sentimentale..." Per chi ha un'età rispettabile e non ha fortunatamente assimilato i nuovi termini stranieri che violentano la nostra lingua madre, leggere questi epiteti equivale a ritrovare la freschezza e il colore della verde età. Luigi Nardo sa anche divertirci quando del termine epiteto tenta di fornire la giusta interpretazione: è un insulto, un'offesa, un'esternazione o un soprannome? Chi del Portello conosce la vera anima, sa bene che l'epiteto portellato equivale a soprannome che viene dato ad personam a seconda delle caratteristiche fisiche e del carattere del soggetto, e non c'è soprannome più pregnante, più colorito, più intelligentemente ironico di quello portellato. Lo scopriamo anche nelle famose barzellette del borgo Portello che non pochi amerebbero finalmente vedere raccolte in volume. L'apparato iconografico ingentilisce questo amabile volumetto. Quindi doveroso un particolare accenno a Busan l'artista che illustra da par suo alcuni dei termini più significativi con disegni di forte rilievo satirico.» (Luigi Montobbio)