Nulla da cercare. Un commento alla raccolta di Linjii
Astrolabio Ubaldini
Traduzione di Bernabini A. e Munzi C.
Roma, 2010; br., pp. 194, cm 15,5x21,5.
(Civiltà dell'Oriente).
collana: Civiltà dell'Oriente
ISBN: 88-340-1585-1
- EAN13: 9788834015858
Testo in:
Peso: 0.307 kg
Non c'è nulla da fare e nulla da cercare. La persona che non ha nulla da fare è padrona di sé, e vive integrata nel proprio ambiente senza esserne oppressa. Non è vittima di tristezza, felicità, amore, odio. Vive in consapevolezza come una persona ordinaria, che stia seduta, cammini o stia in piedi. "Dovunque sei - insegna Linji - usa quel luogo come sede del tuo risveglio". Questo è l'insegnamento del maestro ch'art Linji, vissuto nel nono secolo d. C. durante la dinastia Tang, fondatore della scuola Linji (Rinzai) dello zen: lo spirito del suo insegnamento, osserva Thi-ch Nhat Hanh, è in tutto ciò che si impara e si insegna all'interno della tradizione zen. Vissuto nell'epoca della re-pressione politica del buddhismo in Cina, Linji fu allievo di Huangbo e fondò infine il proprio monastero insegnando ai suoi allievi in uno stile incisivo e diretto. Non scrisse mai, ma i suoi studenti raccolsero gli insegnamenti del maestro nella Raccolta di Linji. La traduzione e il commento di Thich Nhat Hanh rendono il testo accessibile al lettore moderno senza alterarne il carattere ironico, diretto e anticonvenzionale. La raccolta è composta da due sezioni: le Battaglie zen, insegnamenti che il maestro impartiva la mattina sotto forma di domande e risposte, e i Discorsi della sera, in cui Linji spiegava e raccontava storie, in una forma meno criptica rispetto alle Battaglie.