Musei e storia dell'arte a Roma. Palazzo Corsini, Palazzo Venezia, Castel Sant'Angelo e Palazzo Barberini tra XIX e XX secolo
Campisano Editore
Roma, 2010; br., pp. 536, 100 ill. b/n, cm 15,5x21,5.
(Saggi di Storia dell'Arte).
collana: Saggi di Storia dell'Arte
ISBN: 88-88168-42-7
- EAN13: 9788888168425
Soggetto: Architettura e Arte Civile,Archivistica, Bibliografia, Editoria,Pittura,Restauro Tecniche di conservazione Beni Culturali
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Lazio,Roma
Testo in:
Peso: 1.56 kg
Il libro ha come tema lo studio del sistema delle istituzioni museali romane nel loro sviluppo individuale e nelle loro reciproche relazioni, dal periodo post-unitario al secondo Dopoguerra, con particolare riguardo alla fondazione dei primi musei d'arte statali della Capitale, nel contesto della formazione di una cultura unitaria e del nesso tra i progetti allestitivi e la ricerca storico-artistica. Nell'Italia post-risorgimentale la necessità di definire l'immagine dello stato portò a importanti riforme nell'attuazione dei programmi culturali. Entro questo contesto si attuò anche la rifondazione della cultura del museo, attraverso il passaggio di status giuridico e simbolico delle raccolte d'arte da gallerie aristocratiche in istituzioni pubbliche, degne del confronto con i grandi musei d'Europa. Il volume approfondisce il ruolo svolto da Adolfo Venturi nell'impostare una politica di riorganizzazione delle istituzioni museografiche romane che da luogo tradizionale di formazione degli artisti divennero un'istituzione cardine per l'educazione del pubblico alla conoscenza della storia dell'arte italiana. Vengono ricostruiti i progetti allestitivi della prima pinacoteca statale fondata a Roma, la Galleria Nazionale di Palazzo Corsini, diretta da Venturi e poi del suo allievo Federico Hermanin, e ripercorsa criticamente la politica culturale della Soprintendenza ai Musei e alle Gallerie di Roma caratterizzata dall'elaborazione di un progetto museografico unitario che intendeva documentare lo sviluppo della storia dell'arte italiana dal Medioevo fino al Settecento, coinvolgendo tutti gli istituti museali (la Galleria Nazionale, il Museo di Castel Sant'Angelo, il Museo di Palazzo Venezia). Il volume prende in analisi, infine, le conseguenze della seconda guerra mondiale nell'avvio di una museologia moderna, sullo sfondo di un clima culturale che concepiva il museo come spazio privilegiato in cui sperimentare un'esperienza estetica assoluta.
Un'importanza cruciale assunse l'acquisto da parte dello Stato di Palazzo Barberini, destinato a ospitare la nuova sede della Galleria Nazionale d'Arte Antica. L'obiettivo fu di costituire un grande museo universalistico, sullo stampo del Louvre, anche a costo di sacrificare l'unitarietà e la coerenza storica della collezione Corsini. Come aveva avvisato Venturi, già alla fine del secolo XIX, l'unità delle collezioni artistiche è vitale per l'esistenza di un museo, essendo esse stesse un patrimonio storico da salvaguardare nella loro integrità. Pretendere l'omogeneità dei modelli museografici europei è sempre frutto di un'impostazione culturale errata.