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La virtù eloquente. La «civil conversazione» nel Rinascimento

Edizioni della Normale Superiore di Pisa

Pisa, 2021; br., pp. 434, cm 15x24.
(Clavis. 12).

collana: Clavis

ISBN: 88-7642-662-0 - EAN13: 9788876426629

Periodo: 1000-1400 (XII-XIV) Medioevo,1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1 kg


Hegel nelle "Lezioni di storia della filosofia" guarda a Socrate e ai suoi interlocutori nei testi di Platone come a «figure plastiche della conversazione». Parole in azione: negazione della «melanconica morale». Coincidenza di conversazione e filosofia. Come ribadiscono i suoi teorici, la «civil conversatione» è essenzialmente «lingua» e «costumi» e ridefinisce, quindi, il soggetto come linguaggio e come essere morale, armonia e corrispondenza etica ed estetica di parole e azioni. Dunque, se la civilitas, la «buona creanza», lamentava Erasmo, è regione trascurata della filosofia, regione «umile» di una virtù eloquente, essa postula del pari la coincidenza di buone qualità e belle maniere: «abito della virtù». Se ne ricorderà Kant. Progetto anche ideologico, congiunge nella «dignità del moderno» ideali educativi, architettonici, linguistici ed estetici. La retorica della conversazione diviene così retorica della ragion pratica, tra natura e storia.

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