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Giù le mani dalla modernità

Associazione Culturale Mimesis

Sesto San Giovanni, 2013; br., pp. 256, 21 ill. b/n, cm 14x21.
(Eterotopie).

collana: Eterotopie

ISBN: 88-575-0219-8 - EAN13: 9788857502199

Soggetto: Saggi (Arte o Architettura)

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.38 kg


Il saggio, del tutto nuovo nel panorama degli studi e degli approfondimenti sull'arte moderna e contemporanea, unisce al percorso esplicativo dell'opera d'arte e del suo tempo un dialogo serrato con il pensiero filosofico. L'autrice conduce il lettore in un viaggio seducente e intenso nella modernità fra Avanguardia e Retroguardia, fra Nichilismo ed Esistenzialismo, in compagnia di artisti e filosofi per giungere alla soglia di un'attualità dove si aprono i pensieri e le riflessioni di Francesca Nicoli, "un'empirista scettica" che vuole assumere posizioni anche scomode, come difendere il lavoro che Fausto Melotti progettò per l'EUR sotto il governo fascista o opponendosi a coloro che hanno demonizzato Nietzsche ostacolando una lettura fra le più interessanti di fine Ottocento, oppure su coloro che al nome di Ernst Jünger esprimono ancora posizioni ferme al mondo quale si presentava cinquant'anni fa. Sotto l'egida dell'empirismo scettico, Francesca Nicoli combatte gli schemi del dogmatismo in sede filosofica così come nel campo della critica d'arte, contro tutte le ideologie e, al contempo, ha il coraggio di armarsi e promuovere come antidoto ai mali della nostra epoca valori forti come l'essere progressisti.
In "Giù le mani dalla modernità" si incontrano Aristotele e Nietzsche, Heidegger e Sartre, Adorno e Deleuze, Camus e Jünger, chiamati in causa quale specchio e genesi di pensiero delle complesse ragioni dell'umano sentire che corrispondono anche al volto e all'essenza dell'opera d'arte. Filo conduttore del libro è la domanda circa la validità del quadro ideologico "post-moderno" indagato alla luce delle poetiche di alcuni fra gli artisti di spicco nel panorama internazionale dell'arte contemporanea quali Jan Fabre, Ilya ed Emilia Kabakov, Louise Bourgeois, Cai Guo Qiang, Aidan Salakhova, Antony Gormley, Antoine Poncet e Vanessa Beecroft.
Nel contesto del libro gli artisti sono quasi delle cavie utili a saggiare la pervasività e l'attualità di questo paradigma teorico, per rilanciare i temi caldi dello "spirito moderno". In realtà, gli stessi, si trasformano, nella scacchiera del vasto scenario del pensiero, quali pedine di un gioco più grande di loro e del tempo che li ha partoriti, così come è sempre stato nella storia dell'arte.
In questo saggio dove si confrontano arte e filosofia i rapporti fra le due discipline nascono, si sviluppano e restano imprecisi. L'ambizione non è stabilire una supremazia dell'una sull'altra, o relegare una o l'altra al ruolo di maestra o ancella. L'aspetto importante del volume di Francesca Alix Nicoli riguarda la rivendicazione, oggi più che mai necessaria, del diritto inalienabile e sacrosanto all'esercizio della critica. In un tempo in cui i fenomeni artistici si moltiplicano di pari passo con l'informazione che proviene all'istante dai quattro angoli del globo, diventa sempre più difficile organizzare questa gran massa di notizie. Chiedere lumi direttamente ai grandi protagonisti della nostra epoca è naturale. Gli artisti, come altrettante schegge del reale, apportano allo studioso una ricchezza di questioni che difficilmente il filosofo di oggi andrebbe ad affrontare con attacco frontale. Il filosofo di professione e di matrice accademica preferisce concentrarsi sulla ricerca storiografica, sull'esegesi erudita, allontanandosi inesorabilmente dalle faccende che di diritto erano di sua competenza, se non una sua esclusiva. Tanto l'arte quanto la filosofia sono settori di studio avanzato, ma l'arte ha una sua peculiare visibilità pubblica, si mette in mostra, confluisce nelle opere, si compra e si vende, è visitata, ammirata e criticata, anche offesa e dileggiata.
Non basta documentare, descrivere e informare. Il fulcro di uno scritto che sa anche essere appassionante e molto coinvolgente, è un invito a uscire dall'ignavia, lasciarsi alle spalle il nichilismo, prendere posizione. Attraversando una dopo l'altra tutte le crisi, l'uomo comunque guarda avanti fabbricandosi sempre nuovi motivi, individuando nel proprio cammino segnali, tracce capaci di riaccendere e tenere vivo l'entusiasmo per la partita.
Filosofia e Arte, Filosofia o Arte, giunti alla seconda decade del XXI secolo è tempo di rimettere in questione il canone postmoderno annunciato ormai trent'anni fa quando divenne un must parlare del Novecento come di un secolo breve chiusosi anticipatamente con la caduta del muro di Berlino.

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