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Tarantino. Miti mediterranei, simboli e memorie

Silvia Editrice

Traduzione di Castelluccia C.
Testo Italiano e Inglese.
Cologno Monzese, 2005; br., pp. 64, ill.

ISBN: 88-88250-32-8 - EAN13: 9788888250328

Soggetto: Regioni e Stati,Società e Tradizioni

Testo in: testi in  inglese, italiano  testi in  inglese, italiano  

Peso: 0.31 kg


Pittura colta quella di Tarantino, fitta di ascendenze recenti e remote. Dal trompe l'oeil al surrealismo,a Chagall e soprattutto a Picasso. E fin qui va bene. Ma come spiegarsi la connessione tra geometrismo e libertà surreale? Tra la spazialità, la voglia di materializzazione che porta con sé la scelta cubista e il bisogno di volo e dunque di libertà dalle pastoie della materia?
Le figure agite dal vento di Tarantino ricordano le creature in moto di Dorè, le creature delle cantiche dantesche, sorprese dalla tempesta dell'esistenza e gettate nel cielo e nell'aria. Ma non quel realismo, non hanno quella puntigliosa definizione delle forme, dei vestiari, dei dettagli.
Qui sono solo delle masse corporee, hanno la deformazione pupazzata di Picasso, anzi,oltre, sono creature uscite dalla mano dì un cartoonist espressionista, essenziale, sintetico.
Ci sono tra le molte rappresentazioni dell'amore anche due innamorati che paiono citazione voluta. Sono corpi aggrovigliati, aggrappati l'uno all'altro. Sono un Paolo e Francesca moderni. Ma non sono le creature sognanti e popolaresche di Chagall, sono animali che vorrebbero sfuggire alla terra, creature volanti eppure legate per qualche filo alla terra, in questo caso alle cabine di uno stabilimento balneare. Tutte le creature rappresentate, la moltitudine delle figure agite dal vento o dal moto non riescono a liberarsi da un involucro, da qualcosa che li contiene, li trattiene e li imprigiona. La libertà dì cui l'uomo gode è limitata dalla terra, dalla materia o dalla forma. Sono creature i cui corpi non sono sfuggenti e fluidi ma sostanziati dalla materia. I corpi sono corpi e le forme restano forme. Tarantino ci tiene a metterlo in evidenza.
Non sono palle di muscoli quelle che li compongono? Pare di vedere gli ominidi di Boccioni, esplosioni di masse muscolari e tuttavia creature in movimento, in fuga.
La massa corporea, la materialità della natura e il moto che "affatica uomini e cose" sembrerebbero le prime ragioni dì pittura del nostro autore. E non a caso uomini e animali e piante sono legate da uno stesso destino. Tutti chiusi in una forma che pare un albero e invece è la terra, il cosmo, l'universo. Cioè il tangibile. Cioè il pensabile.
Il tutto ha come scenario un luogo azzurro o al più striato di rosa e ciclamino. Sono i colori del surreale e della trasparenza. Sono i colori dell'aria e dell'acqua. Dunque mi pare di capire che c'è un terzo elemento che colpisce la riflessione di Tarantino ed è l'infinito dell'ambiente nel quale siamo calati, mare acqua aria cielo. Siamo creature di ossa e carne, stavo per dire di piombo, e dunque legate alla terra, attratte da una forza centripeta, ma viviamo in un ambiente immateriale qual è l'aria o l'acqua e siamo mossi da una forza che ci trascina, ci sbatacchia, ci impedisce la quiete e la serenità direbbe Foscolo. Una forza centrifuga. Nella ricostruzione metaforica della tela "Verso il 2000" una schiera di cavalieri...

Raffaele Nigro

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