Un figlio degli anni terribili. Nuova ediz
Guanda Editore
Traduzione di Musso D.
Milano, 2021; br., pp. 184, cm 14x22.
(Narratori della Fenice).
collana: Narratori della Fenice
ISBN: 88-235-2605-1
- EAN13: 9788823526051
Testo in:
Peso: 0.65 kg
Il 7 agosto 1921 moriva a Pietroburgo Aleksandr Blok. Proprio il giorno prima era arrivato il passaporto con cui il poeta si accingeva a lasciare la Russia. Tra le persone che parteciparono alla veglia funebre c'era anche una giovane Nina Berberova che di lì a poco sarebbe emigrata in Occidente. Negli anni Quaranta la scrittrice, esule in Francia, rese omaggio a una delle voci più rappresentative del tumulto di un'epoca con una monografia fitta di ricordi diretti, dove viene evocata non solo la storia di Blok e della sua arte, ma anche la metamorfosi di un mondo intero, proiettato verso un futuro di radicali cambiamenti. Berberova racconta di Blok e dei suoi successi, dell'amore per la moglie Ljuba, delle altre donne amate, della controversa amicizia con Andrej Belyj, del passaggio da osservatore distaccato della rivoluzione a suo sostenitore; ma nello sviscerare l'uomo, illumina di luce variamente intensa - azzurra, rossa al tramonto e poi più smorta e gelida - la città dove è nato il poeta che è anche la sua: Pietroburgo patria di Puskin, fiabesca capitale sulle rive della Neva, destinata a cambiare nome e a lasciare posto a «una città con altre lotte, altre forze, altre speranze». La scomparsa di Blok, uno dei maggiori poeti russi del Novecento, rappresenta una cesura. Scrive Nina Berberova: «Sentivamo tutti, in quel momento, la fine di una vita, la fine di una città, la fine di un mondo. I giovani che circondavano il feretro comprendevano che quel giorno forse era per loro un inizio. Come Blok e i suoi contemporanei erano stati 'i figli degli anni terribili', noi diventavamo ora i figli di Aleksandr Blok».