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NapoleonCentaurOntano. Luigi Ontani

Gangemi Editore

Roma, Museo Napoleonico, 14 maggio - 31 agosto 2003.
A cura di Napoleonico Museo.
Roma, 2003; br., pp. 64, ill. col., tavv. col., cm 17x24.
(Arte, Arredamento, Disegno).

collana: Arte, Arredamento, Disegno

ISBN: 88-492-0421-3 - EAN13: 9788849204216

Soggetto: Arti Decorative (Ceramica, Porcellana, Maiolica),Collezioni,Pittura,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1960- Contemporaneo

Luoghi: Nessun Luogo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.38 kg


La "apparizione" dell'opera di Ontani nel contesto del Museo Napoleonico conferisce all'imperiale serietà della collezione del conte Primoli un accento pungente ed ironico. Ciò non guasta perché la figura di Napoleone non subisce qui, per la prima volta, una rilettura dissacrante. Napoleone ancor vivo veniva fatto oggetto dell'ironia inglese, nelle caricature di cui lo stesso Museo Napoleonico conserva alcuni tempi. Negli stessi anni ed in quelli successivi, soprattutto intorno al 1840, quando con grande pompa rientrano a Parigi le ceneri del Grande Corso, accanto al filone critico-satirico satirico si accrebbe quello agiografico, che giunse fino alla santificazione di Napoleone Martire. Ma l'opera di Ontani va oltre l'ironia e, con l'inserimento di simboli variegati, sembra dar ragione a ciò che Napoleone aveva scritto al generale Moreau nel 1800: "La grandezza ha le sue bellezze, ma solo retrospettivamente e nella fantasia".
Ironico e dissacrante, il lavoro inedito di Luigi Ontani si inserisce in un contesto non abituale. Il NapoLeonCentaurOntano, grossa scultura in ceramica policroma (600 chili) posta nella prima sala ed immediatamente individuabile, ridefinisce uno spazio estremamente connotato e con esso la figura dello stratega cui è dedicato.
Il gusto per il colore acceso, per la policromia e la brillantezza della superficie non contrasta con il contesto, anzi ne richiama il lusso, la luce ridondante di dorature, cornici, specchi. Il nome della statua deriva dagli elementi che la compongono, cui si aggiungono riferimenti mitologici, simbolici e storici in un eccesso di significazione che poggia su una base che ricalca i confini dell'Isola d'Elba.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci