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Oribasii Sardiani Synopseos ad Eustathium Filium Libri Novem Quibus Tota Medicina in Compendium Redacta Continetur Ioanne Baptista Rasario Novariensi Medico Interprete

CVM Privilegiis. Pontificis max. Regis Gallioe, Senatus Veneti

Legatura in piena pergamena dell'epoca, con titolo manoscritto al dorso. Nel frontespizio figurano alcune annotazione coeve, leggere bruniture, nel completto ottomo esemplare.
Testo Latino.
Venezia, 1554; ril., pp. 216, cm 11,5x17.

Testo in: testo in  altro  

Peso: 1 kg


È un compendio, organizzato da Oribasio in nove libri, indirizzato a chi deve viaggiare e ha scopi pratici, tralasciava quindi il tema della chirurgia, dato che raramente chi viaggiava poteva disporre degli strumenti necessari.
Oribasio, nato a Pergamo nel 325 e morto a Bisanzio nel 403, medico e scrittore dell'impero romano, è stato il più influente tra i medici greci post-galenici. Proveniva da una ricca famiglia della Turchia occidentale, studiò medicina ad Alessandria d'Egitto con Zenone di Cipro, diventando suo consigliere alla fine degli studi.[1] Dopo alcuni anni trascorsi in Asia Minore, i suoi talenti pratici gli valsero grande fama, attirando l'attenzione su di lui del futuro imperatore romano Flavio Claudio Giuliano, che prima lo nominò suo medico personale nel 355 e dopo lo portò con sé in Gallia e in Oriente.[1]

Nel 361 Giuliano lo convinse a cominciare una prima raccolta dei brani di Galeno, che però andò perduta ma che fu in parte copiata da Fozio, dove è presente una descrizione degli effetti della Cannabis sativa.[1] Oribasio si occupa inoltre della descrizione del cosiddetto "farmaco metasincritico", della descrizione delle proprietà di minerali e piante, sulla scia di Dioscoride.[1] Dopo l'aiuto dato all'amico Giuliano durante la sua rivolta vittoriosa contro l'imperatore romano nel 361, che gli permise di conquistare il potere, Oribasio ottenne l'alta carica civile di Quaestor di Costantinopoli.[1] In seguito alla morte di Giuliano, avvenuta nel 363, egli cadde in disgrazia e fu esiliato nelle terre dei Goti, ma grazie alla sua reputazione di medico, poco dopo fu richiamato dal nuovo imperatore Valente e riottenne le cariche precedenti.

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