"Questo libro fu d'Andrea Palladio". Il codice Destailleur B dell'Hermitage
Orietta Lanzarini - Roberta Martinis
Libreria Editrice L'Erma di Bretschneider
Roma, 2015; br., pp. 320, ill. b/n, tavv. b/n, cm 21,5x28,5.
(lermArte. 13).
(Lermarte. 13).
collana: lermArte
ISBN: 88-913-0668-1 - EAN13: 9788891306685
Soggetto: Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Testo in:
Peso: 1.63 kg
Il manoscritto comprende 130 fogli, ovvero 260 pagine, delle quali 69 bianche e 189 disegnate, per un totale di 605 soggetti, quasi tutti accompagnati da legende. Di questi, 563 raffigurano la ricostruzione o, più raramente, lo stato di fatto, di templi, sepolcri, edifici, ponti, elementi architettonici e decorativi antichi ubicati a Roma, Albano, Brindisi, Capua, Cuma, Grottaferrata, Maddaloni, Napoli, Nola, Palestrina, Pozzuoli, Teano (o Teggiano?), Terracina, Tivoli e lungo le principali vie consolari. Un gruppo di 38 soggetti è correlato, invece, al lavoro antiquario di Jacques Androuet Du Cerceau ed altri due dimostrano stringenti legami con i progetti cinquecenteschi per la chiesa romana di San Giovanni dei Fiorentini.
La redazione del manoscritto, ad eccezione di alcuni soggetti, è attribuibile ad un solo autore, attivo tra Roma e il Veneto, e si attesta tra la metà degli anni quaranta e la fine degli anni cinquanta del XVI secolo, momento in cui il capillare lavoro di apprendimento, stratificazione e divulgazione della cultura antiquaria attraverso il disegno è ad uno stadio avanzato. Proprio il confronto puntuale con il corpus grafico di età umanistica e con le fonti archeologiche moderne e contemporanee, ha consentito di accertare che la maggior parte degli oggetti raffigurati nel Libro di Pietroburgo sono realmente esistenti, e di ricavare da essi una sorprendente quantità di informazioni, riversate nel presente volume, la cui utilità si rivela sostanziale tanto per gli studi archeologici, quanto per quelli umanistici.
Oltre a contribuire alla riscoperta di oggetti e monumenti talvolta perduti, infatti, questa ricchissima raccolta di immagini consente di delineare un quadro preciso del patrimonio antiquario a disposizione di studiosi e architetti attivi alla metà del XVI secolo. Tra questi, Pirro Ligorio, autore di una ponderosa serie di Libri delle Antichità in stretta relazione con il codice dell' Ermitage, allo stesso modo delle stampe e dei disegni di Jacques Androuet Du Cerceau, altro protagonista nella promozione della cultura antiquaria, ed infine, Andrea Palladio, il cui nome è inscindibilmente legato al Libro di Pietroburgo, passato dalle sue mani a quelle di altri illustri proprietari, quali Pierre-François Léonard Fontaine e Charles Percier.
Con il presente studio, dunque, il codice Destailleur B dell' Ermitage torna alla luce nella sua interezza, aprendo il campo a nuove e promettenti vie di ricerca.
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