Io sono Sasuke Sarutobi!
Traduzione di Bertello F.
Milano, 2018; br., pp. 336, ill., cm 13x18.
ISBN: 88-7502-154-6
- EAN13: 9788875021542
Soggetto: Fumetti
Testo in:
Peso: 0.345 kg
Sasuke Sarutobi è un personaggio ricorrente della cultura popolare giapponese fin dal XVII secolo, dove è raffigurato come uno dei Dieci impavidi di Sanada, un'altrettanto leggendaria squadra di guerrieri ninja al servizio di Yukimura Sanada (1567-1615), lo storico generale distintosi nella difesa di Osaka durante l'Assedio d'Inverno (1614-1615), che mise fine alla lunga era degli Stati belligeranti. Le leggende di Sasuke e dei Dieci, prima diffuse nella tradizione orale, poi in alcuni romanzi dell'era Edo e nella letteratura per ragazzi dei primi anni del Novecento, dilagano nel cinema giapponese fin dai primordi (il primo di lunga serie di film a lui intitolati è del 1918), ma è nell'universo manga che Sasuke diviene una stella di prima grandezza, pressoché onnipresente nell'ondata di ninja-mania che investe la scena nipponica già dagli anni Cinquanta: a partire da un primo lungometraggio animato del 1959, realizzato da Taiji Yabushita e Akira Daikubara, le diverse case di produzione editoriale, cinematografica e di videogiochi si contendono, ancora ai nostri giorni, il Magic Boy (come venne ribattezzato per il pubblico di lingua inglese e in Occidente) Sasuke, ninja di scuola Koga, celebrandone le capacità mimetiche e la straordinaria agilità (Sarutobi letteralmente significa "scimmia che salta"). Nel 1960, quando Osamu Tezuka realizza "Io sono Sasuke Sarutobi!", non è per seguire la scia di un successo garantito: la sua è una rappresentazione irrispettosa e caustica dell'epos nazionale, dello spirito patriottico e delle loro trasposizioni nel cinema e nel manga. Il "suo" Sasuke, pecora nera della scuola Koge, è un ragazzino di origini contadine i cui rari successi sono dovuti perlopiù all'amorevole aiuto della zelante compagna di scuola Osai, che lo toglie dai pasticci nei momenti difficili; mosso dall'odio ereditato dal suo ambiente di nascita nei confronti della guerra, dei suoi signori e dei samurai (i quali, quando non seminano morte e miseria nelle campagne, imperversano per bande dedite al saccheggio e al sopruso) è un ostinato antieroe che, dopo aver preso parte alla guerra tra gli Stati belligeranti, solo a fatica e non senza ripensamenti comprende che i suoi propositi di vendetta sono sproporzionati ai suoi mezzi, e si rassegna a tornare alla terra e a mantenere la promessa fatta di utilizzare l'arte ninja solo in favore della giustizia.